Ferrara, 17 maggio 2021- "Pfizer, Moderna, AstraZeneca: i vaccini funzionano bene, senza particolari differenze. Tante grossolane perplessità non hanno alcun senso". Lamberto Manzoli, 50 anni, epidemiologo e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche di Unife, ha appena firmato uno studio che, in buona sostanza, ’certifica’ la validità dei primi tre vaccini di largo uso.
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Possiamo dire che a questo punto l’arma principale contro il Covid è vincente? "Non precorriamo i tempi. Lo studio, primo in Italia, ha dato eccellenti risultati ma non voglio esagerare. Anche perché, nel lungo termine, le cose potrebbero cambiare con l’ingresso di eventuali varianti aggressive del Covid. Tuttavia anche sulle prime che si sono manifestate, penso soprattutto alla variante inglese, i vaccini hanno buona efficacia". Perciò conta proseguire a tamburo battente la vaccinazione di massa. "Certo, io sono non solo super favorevole, ma concordo anche con la tesi del generale Figliuolo sull’utilità di fare almeno la prima dose. Ma in questa fase la priorità assoluta è garantire una copertura massiccia delle persone sopra i 50 anni: se arrivassimo al 90%, azzarderei che la situazione sarebbe decisamente tranquilla". Dunque i più giovani possono non vaccinarsi? "Non lo penso assolutamente, la campagna deve riguardare tutte le fasce d’età. Ma per i ragazzi sicuramente la vaccinazione è meno cogente. Tra i ventenni e negli adulti sani i rischi sono senz’altro minore che tra le persone più anziane, perciò si può procedere con la dovuta attenzione, ma senza colpevolizzazioni". Dunque è ottimista sulla sconfitta della pandemia? "Sconfitta? Con il Covid dovremo imparare a convivere, utilizzando al meglio gli strumenti a nostra disposizione: i vaccini che funzionano e che saranno certamente perfezionati, terapie più puntuali, servizi sanitari necessariamente potenziati e un approccio bilanciato alle esigenze di vita e lavoro". Cosa intende per approccio bilanciato? "In quest’anno e mezzo il dibattito si è polarizzato su posizioni ideologiche, tra chi dice che dovremo rimanere a vita distanziati e con le mascherine, e chi sostiene che il Covid non esiste. Fra il negazionismo e l’isolazionismo c’è in mezzo la possibilità di riprendere a vivere e lavorare in maniera accettabile". A proposito di mascherine, in un suo post su Facebook sembra smentire chi afferma che non potremo farne a meno sino a tutto il 2021. "La mia idea è che all’aperto le persone vaccinate potrebbero toglierle; mi sembra scientificamente corretto immaginare che laddove è più impossibile infettarsi chi è già stato immunizzato potrebbe non indossarla. Magari anche questo è un incentivo a vaccinarsi! (Manzoli ride, ndr )". E’ favorevole all’introduzione del ’green pass’ per dare ossigeno al settore turistico? "Apprezzo molto la proposta italiana, che prevede oltre alla vaccinazione anche un tampone negativo e la guarigione dal Covid. E’ un’idea ragionevole". A proposito di idee, lei è stato chiamato dal Comune nella ’task force’ che studierà il progetto del concerto senza distanziamento al Parco Urbano. "Per ora è stato fatto solo il mio nome, e ringrazio chi ha pensato che io possa dare un contributo. Certo, penso che se adesso riusciremo a vaccinarci in tanti, si potrà cercare di approfittarne un po’, senza però abbandonarsi agli eccessi del ’liberi tutti’ che hanno già fatto danni". La vedremo perciò scatenarsi sotto il palco a suon di rock? "Non ne dubiti. E mi riconoscerà dalla bandana. Battute a parte, sarebbe assurdo lanciarsi in un’estate pazza, almeno quanto imporsi però l’autoflagellazione". Torniamo al suo studio. La ricerca avrà un’ulteriore evoluzione? "Stiamo analizzando quanti casi, da marzo 2020, siano stati contratti da persone entrate in ospedale da negative, e li rapporteremo alla situazione attuale. Se come spero c’è stata una diminuzione, il dato sarà utile anche per capire cosa accade nelle Cra".