FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Unesco, un milione dal ministero: "Un maxi progetto per aumentare la permanenza media dei turisti. I dati? No a critiche ideologiche"

L’assessore Fornasini interviene sui fondi ottenuti per il rilancio delle città d’arte post pandemia "Ferrara 191ma su 500 per capacità di creare valore. Disponibile al confronto con l’opposizione".

L’assessore Fornasini interviene sui fondi ottenuti per il rilancio delle città d’arte post pandemia "Ferrara 191ma su 500 per capacità di creare valore. Disponibile al confronto con l’opposizione".

L’assessore Fornasini interviene sui fondi ottenuti per il rilancio delle città d’arte post pandemia "Ferrara 191ma su 500 per capacità di creare valore. Disponibile al confronto con l’opposizione".

Porta il nome del più celebre fra gli ossimori latini. Festina Lente, è il progetto di marketing territoriale che, candidato ai bandi ministeriali, porta in dote in città quasi un milione di euro (993 mila euro per la precisione) per il comparto turistico. Il fil rouge è la valorizzazione del brand Unesco mettendo in relazione il capoluogo con Ostellato e Comacchio. Il progetto definitivo e approvato, presentato in risposta all’avviso pubblico nel 2023 per conto del sito Unesco "Ferrara città del Rinascimento e il suo Delta del Po", è emanazione di un’aggregazione di enti locali composti dal Comune di Ferrara, in qualità di ente capofila, e dai Comuni di Comacchio e Ostellato, in qualità di enti aggregati. Il Carlino, assieme all’assessore al Turismo, Matteo Fornasini, ha voluto approfondire i contenuti del progetto e fare un po’ di chiarezza sui numeri delle presenze turistiche in città la cui lettura genera sempre un acceso dibattito.

Fornasini, partiamo dal progetto. Di che cosa si tratta?

"Vogliamo promuovere iniziative di valorizzazione turistica del nostro sito Unesco, un ’paesaggio culturale complesso’, che si estende al di fuori dei confini della città, in stretta continuità e relazione. Un progetto di promozione turistica su scala territoriale al fine di integrare e diversificare il prodotto turistico culturale, ampliando l’offerta e proponendo esperienze e itinerari culturali e naturalistici, come già insito nel prestigioso riconoscimento Unesco, capaci di unire e correlare la città rinascimentale e il Delta del Po".

A che cosa puntate?

"Auspichiamo che le azioni del progetto contribuiscano ad aumentare l’attrattività complessiva della destinazione e ad incrementare la permanenza media dei turisti sul territorio, sempre nella logica di collaborazione tra pubblico e privato. Tant’è che già adesso sono coinvolti diversi operatori privati che lavorano nel settore".

Al di là dei progetti, ci sono i numeri – tra Regione e Istat – che fotografano una presenza turistica in calo in città. Come se lo spiega?

"Questo è un tema molto caro a una certa opposizione. In realtà, i pernottamenti del 2023 in termini assoluti sono più alti rispetto a quando governava il Pd. Lo scorso anno, infatti, sono stati oltre 460mila a fronte dei 450 mila registrati nel 2017 e 2018 e dei 425 mila registrati nel 2016".

Resta il fatto che in relazione ad altri capoluogo della Regione, Ferrara abbia numeri molto più contenuti in termini di pernottamenti...

"Anche su questo dato, occorre fare chiarezza. La verità è che il tempo di permanenza media dei turisti nella nostra città è decisamente aumentato. Infatti, a dispetto delle critiche di un turismo ‘mordi e fuggi’, i dati certificano che la permanenza di notti a Ferrara è oltre due a differenza degli anni passati. Poi, tengo a darle un altro dato significativo a proposito di turismo nel Capoluogo".

A cosa si riferisce?

"A uno studio molto importante realizzato da Sociometrica. Si tratta di un ranking che analizza la capacità di creazione di valore aggiunto nei comuni turistici. Ne prende in considerazione 3.900, complessivamente. Tra i primi 500 di questi – che garantiscono circa l’83% di presenze turistiche a livello nazionale – Ferrara è al 191esimo posto. E, il Pil generato dal comparto turistico a livello annuo, si aggira attorno ai 130 milioni di euro".

Dunque, secondo lei, le osservazioni e le critiche arrivate dalla minoranza sulle strategie e sull’offerta turistica sono tutte strumentali?

"Non mi sono mai sottratto al confronto, anche aspro, benché non ideologico. E confermo la disponibilità al dialogo con le opposizioni. Purché le critiche non siano ideologiche, come spesso accade. Penso che sul turismo, il declino e il disastro che vengono tratteggiati siano per lo più frutto di un convincimento politico orientato a denigrare il nostro lavoro. Ciò che mi dispiace, tuttavia, è che così facendo si denigra anche il lavoro dei tanti imprenditori del settore".