"Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia...". Inizia con le parole di Umberto Saba (foto) il secondo episodio di ‘Nomi cose città’, il podcast targato Meis e ora disponibile su Spotify e Spreaker.
"Ogni mese raccontiamo la storia ebraica di una città, viaggiando da Sud a Nord e soffermandoci sulle opere degli autori celebri, le vie più significative, gli oggetti emblematici" spiega nelle note di presentazione il Museo dell’ebraismo e della Shoah.
Il secondo episodio, con le voci di Sharon Reichel, curatrice, e Rachel Silvera, responsabile della comunicazione, è dedicato appunto all’eredità letteraria e culturale di Trieste: dalla libreria antiquaria di Umberto Saba alla grande sinagoga inaugurata nel 1912, passando per gli storici caffè e la maestosa Piazza Unità.
In via San Nicolò, ad esempio, si trova la libreria antiquaria rilevata da Saba nel 1919, libreria, spiega Silvera nel podcast, "che diventerà un po’ per il poeta il luogo dove rifugiarsi per allontanarsi un po’ dalle brutture del mondo, mondo in cui faticava ormai a riconoscersi. E’ un po’ l’emblema di questa Trieste perduta, di un’età dell’oro di Trieste". Triste culla di due pilastri del mondo della letteratura come Saba, appunto, e Svevo. Ma Silvera cita anche Giorgio Voghera, scrittore triestino, un po’ "il memorialista di questa Trieste dorata in cui hanno vissuto scrittori e intellettuali". Inizia così, partendo della letteratura, il bellissimo viaggio che è possibile immaginare seguendo la voce di Silvera e Reichel.