Radogna
Se possibile, la mattina dopo è peggio della notte passata tra mutismo e rassegnazione con la paura che l’Idice o il canale Sesto Basso esondino. Ed è quest’ultimo a preoccupare Roberto Patuelli del noto ristorante di Campotto, che dalla finestra di casa sua monitora di ora in ora il livello dell’acqua. "Qui confluiscono la piena di Quaderna e Idice – sottolinea – e in questi giorni mancano per manutenzione due delle idrovore che finora ci hanno salvato. Deve ancora arrivare l’onda di piena più importante e finché il canale non tornerà a essere ‘scheletrico’, cioè alla normalità, non possiamo dormire sonni tranquilli". Campotto è un pugno di una settantina di case appena fuori Argenta, dove tra il ponte chiuso sulla Cardinala per problemi strutturali e la via Selice anch’essa off-limits, i residenti non sanno più che strade prendere. Roberto Giuliani si lamenta: "Il ponte chiuso è la prima cartolina di un paese ormai ‘isolato’. Stretto tra il rischio esondazioni e i lavori programmati male. A cosa mi riferisco? Proprio al ponte perché, come avevamo chiesto noi abitanti, i lavori per sistemarlo avrebbero dovuto iniziare d’estate per evitare disagi. E, invece, sono iniziate le scuole e noi dobbiamo passare da Conselice per arrivare ad Argenta". Non è preoccupato Gaetano Romagnoli, anzi è ottimista: "Per me il livello si sta abbassando. Le rotture che ci sono state nel Bolognese ci hanno in qualche modo aiutato". Ma poi arriva la notizia che non ti aspetti: il sindaco Andrea Baldini firma l’ordinanza di evacuazione per una ventina di case. "Il Consorzio di Bonifica – spiega la vicesindaco Giulia Cillani – ci ha avvertito dell’ondata di piena che dovrebbe arrivare intorno alle 16,30" E così, ancora una volta, una ventina di famiglie devono abbandonare le loro case nella zone di Ponte Canale e nei campi intorno alla Valle Santa. "Siamo con il cuore in gola ogni volta", sottolinea una donna. E ancora: "Fino a cinque o sei anni fa questi allagamenti non si verificavano quasi mai. Adesso invece dobbiamo avere paura ogni volta che piove". Nessuna delle famiglie chiede un riparo al Comune. "Mio zio è pronto ad ospitarmi", precisa una ragazza. Il disagio però resta: "Dover abbandonare la propria casa – aggiunge un anziano –, è seccante e ti fa sentire impotente nei confronti delle forze della natura". Da Budrio, intanto, arrivano cattive notizie: il Comune comunica che c’è stata una rottura dell’argine dell’Idice a circa 50 metri a valle della rottura precedente, dove era stato creato uno ’sfioratoio’. Insomma, anche gli ultimi interventi per rinsaldare gli argini sembra non abbiano prodotto gli effetti sperati. A Campotto intanto arriva l’assessore regionale Paolo Calvano per una ricognizione insieme al sindaco Baldini e alla vice Cillani. La situazione non è drammatica come nel maggio 2023, ma non bisogna sottovalutare la furia della piena. L’Idice, comunque, è strapieno: una massa di fanghiglia marrone trascina alberi e rami e ogni tipo di spazzatura. Dal fondo del fiume affiora di tutto. Non lontano, a Sant’Antonio di Medicina nel Bolognese, molte case sono andate sott’acqua. La Protezione civile posiziona sacchi protettivi di juta intorno alle abitazioni vicino all’Idice. A Campotto però c’è chi tira un sospiro di sollievo vedendo quello che succede altrove: "Stavolta le conseguenze sono stati meno gravi, ma i disagi restano – dice Filippo Taglioni -. Per fortuna che io ho una casa qui, ma abito ad Argenta e non devo fare i conti con ponti e strade chiuse". Qui a Campotto c’è lo stesso sguardo in ogni persona, qui i racconti sono quasi tutti uguali. La litania di un paese, quasi isolato e ostaggio dei fiumi, quasi non interessa più. Ed è giusto che sia così. Perché in fondo è già domani, da un punto bisognerà pur ricominciare. Poi però c’è una ragione che va oltre lo stato delle cose e scavalca le agonie. "Non possiamo aspettare di finire sott’acqua – sbotta Paolo Costa seduto davanti al bar Due Ponti nel cuore delle frazione –. Senza contare che per uscire da questo paese bisogna passare da Conselice con un tragitto lunghissimo ed estenuante. La sfortuna si è abbattuta su Campotto e speriamo che le chiaviche e chiuse lavorino bene. Alcune non sono in buone condizioni perché non sono state mai pulite adeguatamente. Si pensava che non sarebbe mai successo niente. E invece la natura, in tutta la sua forza, si è fatta sentire. Ma bisogna intervenire, non aspettare l’irreparabile".