"Un figlio del Polesine". In memoria di Matteotti

Verrà presentato oggi il libro scritto da Diego Crivellari e Francesco Jori. L’iniziativa per la tre giorni di eventi dell’istituto di storia contemporanea.

"Un figlio del Polesine". In memoria di Matteotti

"Un figlio del Polesine". In memoria di Matteotti

Un libro che ricostruisce la figura di Giacomo Matteotti inserendola nel contesto umano, sociale e politico di cui è espressione: un Polesine arretrato ma ricco di fermenti, nel quale il parlamentare socialista si è schierato fin dall’inizio a sostegno e tutela dei ceti deboli, partendo dai contadini.

Scritto da Diego Crivellari e Francesco Jori, "Giacomo Matteotti figlio del Polesine" verrà presentato oggi alle 17.30 presso il chiostro di Santo Spirito, sede dell’istituto di storia contemporanea: a dialogare con gli autori il capo della redazione di Ferrara de Il Resto del Carlino, Cristiano Bendin, assieme a Giorgio Rizzoni, vicepresidente di Isco. L’iniziativa si colloca all’interno di una ‘tre giorni’ di eventi organizzati dall’istituto di storia contemporanea nell’ambito del centenario dell’uccisione di Matteotti. "Il libro nasce con la volontà di raccontarne la vita e di tracciarne un profilo politico ed intellettuale – spiega Diego Crivellari, ex parlamentare Pd e autore dello scritto –, ma soprattutto di collegarlo alla storia e alla cornice socio-economica del Polesine a cavallo tra ‘800 e ‘900. L’interesse muoveva da questa duplice prospettiva, raccontare Matteotti in forma narrativa e divulgativa ma cercare soprattutto di spiegare in che modo la sua parabola si sia connessa al Polesine, che ai tempi era un laboratorio politico-sociale non solo in ambito locale ma addirittura nazionale". Un filo comune, dunque, che unisce Matteotti al territorio sopra al fiume Po. "Il Polesine passa da essere un luogo addormentato a particolarmente vivace grazie all’ascesa di alcuni personaggi significativi: nel 1884 la prima rivoluzione contadina in Italia contribuisce a far emergere l’area – le parole dell’autore –, e a cavallo del ‘900 vi è la nascita di un movimento proletario organizzato. Con esso il partito socialista e due figure di spicco come Nicola Badaloni e Gino Piva: il primo può essere considerato il maestro di Matteotti, mentre con il secondo quest’ultimo non ebbe un grande rapporto. Il quadro storico diventò particolarmente vivace grazie alla figura originale di Matteotti, che si staccava da alcuni luoghi comuni unendo idealismo e pragmatismo". Per Crivellari si tratta del secondo libro con protagonista il politico polesano, dopo quello scritto nel 2017.

Jacopo Cavallini