L’Unione donne italiane (Udi), era parte civile al processo che ha visto la condanna all’ergastolo di M’Hamed Chamekh. Era rappresentata dall’avvocato Rossella Mariuz e il legale ha sottolineato che mai come in questo caso di violenza sulle donne si deve parlare di femminicidio: "Abbiamo chiesto ai giudici come Udi di riconoscere nella sentenza questo omicidio come femminicidio, valutando l’etimologia di questa parola". Una parola usata da tempo anche se "certo non è un termine tecnico, poiché non esiste nel codice penale nemmeno come aggravante - ha sottolineato l’avvocato Mariuz -. Ma usarlo nella sentenza sarebbe una chiave di lettura per tutti i fatti avvenuti, come in questo caso che lo hanno innescato: violenza, sopraffazione, ipercontrollo su di lei, violenze di ogni tipo, maltrattamenti. Anche se non esiste il reato di femminicidio è importante che nelle sentenze si cominci ad usarlo come come termine".
CronacaUdi: "Riconoscete il femminicidio"