REDAZIONE FERRARA

Tumori ricerca: da Unife una nuova strada per ridurre la massa del cancro

Sfrutta il fenomeno fisico della cavitazione: ecco di cosa si tratta. La spiegazione del professor Simone Meloni

Il professor Simone Meloni di Unife

Il professor Simone Meloni di Unife

Ferrara, 16 gennaio 2023 - Una nuova ricerca dell’Università di Ferrara apre una nuova strada, molto meno invasiva, per la riduzione delle masse tumorali. Una strada che sfrutta il fenomeno fisico della cavitazione. A formulare l’ipotesi, avanzata su Nature Physics, è un team internazionale di scienziati delle università di Magdeburgo (Germania), La Sapienza di Roma, la University Hospitals of Geneva (Svizzera) e del Laboratory of Materials Modeling and Simulations dell'Università di Ferrara, guidato dal professor Simone Meloni.

“Tutti sanno che l'acqua bolle alla temperatura di 100°C - spiega Meloni del dipartimento di Scienze chimiche, farmaceutiche ed agrarie di Unife -, ma l'acqua può formare delle bolle anche a temperature più basse, se posta in condizioni di alta pressione negativa, ossia sotto forte trazione. Tale processo si definisce cavitazione, perché si formano delle cavità nel liquido. In questo studio abbiamo dimostrato che gocce di particolari olii, sospese in acqua, possono promuovere la cavitazione. Ciò accade grazie all'aria disciolta nell'olio che, in condizioni di alta trazione, si concentra all'interfaccia acqua/olio e forma un film che può trasformarsi in una bolla di cavitazione”.

Il nuovo studio di Unife Questo nuovo approccio può aprire il campo ad innovative applicazioni mediche, come l'ablazione di tessuti tumorali attraverso l'applicazione di ultrasuoni a bassa intensità.

“La strategia attualmente utilizzata consiste nell'applicazione di ultrasuoni localizzati in prossimità del tessuto da trattare – prosegue il docente -. Gli ultrasuoni producono bolle di cavitazione in loco che, esplodendo, portano alla rimozione del tessuto malato. Uno dei limiti di questa tecnica, però, è l'alta intensità degli ultrasuoni da applicare, che potrebbe essere notevolmente ridotta introducendo gocce (stabilizzate) di liquidi immiscibili ad alto contenuto d'aria nel sangue che, sottoposte a ultrasuoni di moderata intensità, possono produrre cavitazione attraverso il meccanismo identificato in questa recente ricerca”.