FEDERICO MALAVASI
Cronaca

"Dopo la truffa non uscivo più di casa, mi vergognavo troppo"

È solo uno dei toccanti racconti emersi durante la campagna ‘Non ci casco’ L’assessore Coletti: "È mortificante, mettiamo a disposizione anche lo psicologo" Oltre mille persone alle riunioni nelle contrade con avvocati e forze dell’ordine

Ferrara, 31 marzo 2024 – Duecento spot tra tv e radio, altrettanti articoli sui giornali, diciottomila volantini, quindicimila brochure e centinaia di persone coinvolte negli incontri di sensibilizzazione su tutto il territorio. Sono solo alcuni dei numeri che delineano l’impegno del Comune sul delicato fronte della lotta alle truffe agli anziani. Una piaga difficile da estirpare e che non colpisce solo nei beni materiali, ma anche nell’intimo. Ne è la prova la toccante testimonianza di un’anziana residente in una frazione, la quale, ripercorrendo l’incubo vissuto per colpa di un malfattore, si è soffermata sulle conseguenze psicologiche del crimine subito.

Uno degli ultimi appuntamenti della campagna ‘Non ci casco’
Uno degli ultimi appuntamenti della campagna ‘Non ci casco’

"Quel giorno – ha riportato la pensionata durante uno degli incontri sul tema – mi suonò alla porta uno sconosciuto, dicendomi che c’era una perdita di gas. Avrei quindi dovuto nascondere soldi e preziosi nel freezer e poi uscire di casa". Ovviamente era un modo per farla allontanare e derubarla. "Dopo quello che ho vissuto – è l’amara conclusione della malcapitata – per una settimana non sono uscita di casa per la vergogna".

Secondo l’assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti, da sempre impegnata nella lotta a questa piaga, la testimonianza della donna indica il "senso di mortificazione che provocano questi crimini, dai quali le vittime faticano poi a rialzarsi". Proprio per far fronte a queste situazioni, aggiunge l’assessore, "abbiamo previsto la presenza di un psicologo in cittadella San Rocco".

Anche per questo, è più che mai importante continuare con iniziative come la campagna antitruffa ‘Non ci casco’, promossa dall’assessorato alle Politiche sociali in collaborazione con le forze dell’ordine e con gli avvocati Antonio Frascerra (Confconsumatori) e Gianni Ricciuti (Movimento difesa del cittadino). "Grazie al nostro lavoro metodico – conclude Coletti – abbiamo raggiunto circa mille persone in presenza. La prima edizione era partita con la pandemia, la seconda si è aperta ai centri Ancescao. Quest’anno siamo invece nelle Contrade. La formula dell’incontro con gli esperti è rimasta invariata, perché si sta dimostrando vincente".

Le tematiche affrontate vertono, tra le altre cose, sulle tecniche di truffa più diffuse e sugli accorgimenti per scongiurarle. Le strategie più ricorrenti sono quelle del finto tecnico, impiegato, avvocato o appartenente alle forze dell’ordine che simula una situazione di emergenza.

Può trattarsi di un familiare che sta male, ha avuto un incidente o è stato arrestato. Per risolvere la situazione, spiegherà il truffatore, servono immediatamente soldi o oggetti di valore.

Altra tecnica è quella di paventare una perdita di gas o problemi di contaminazione dell’acqua. In questo modo il malfattore riesce ad accedere alla casa e ad avere mano libera per svaligiarla. Alcuni raggiri corrono anche sui cellulari.

Molto diffuso quello dell’sms o whatsapp nel quale il truffatore si finge il figlio della vittima, le dice che gli si è rotto il telefono e le chiede dei soldi o di contattare un numero-trappola. Molto in voga – anche se non sembra essere ancora approdata dalle nostre parti – la truffa del bonus cultura per studenti: i malviventi utilizzerebbero falsi Spid per accaparrarsi in maniera illecita finanziamenti statali.

f. m.