Tributo a Matteotti, simbolo del martirio

L’associazione ‘Ferrara Cambia’ celebra con un incontro a Casa Cini la figura del parlamentare, nel centenario della sua morte

Tributo a Matteotti, simbolo del martirio

Matteotti fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini

L’associazione di promozione sociale ’Ferrara Cambia’ celebra lunedì 28 ottobre alle 17, con un incontro aperto a tutti a Casa Giorgio Cini in via Boccacanale di Santo Stefano 24, la figura di Giacomo Matteotti, nel centenario della morte.

Nel corso dell’evento, promosso dal presidente Andrea Maggi e patrocinato dall’Ateneo di Ferrara e dalla Fondazione Giacomo Matteotti di Roma, sarà presentato il libro del prof. Francesco Tundo dell’Università di Bologna “La riforma tributaria – Il metodo Matteotti” che fornisce una rappresentazione inedita del politico, quale studioso del diritto tributario. Assieme all’autore ci sarà il prof Andrea Baravelli, storico del nostro Ateneo. Condurrà la conversazione l’avvocato Giuseppe Ucci. Giacomo Matteotti nacque nel 1885 a Fratta Polesine, in una delle zone d’Italia più povere e più arretrate socialmente e culturalmente, endemicamente afflitta da malnutrizione ed analfabetismo. Proveniente da una famiglia benestante poté svolgere studi regolari, laureandosi in giurisprudenza a Bologna nel 1907 con tesi in diritto penale. Venne eletto deputato nel 1919 nel collegio Rovigo Ferrara. A lui sono intestate circa 2.450 vie e piazze, ma in tutte viene ricordato solo quale “martire dell’antifascismo”. Ma se il martire può essere anche una vittima inconsapevole delle proprie

convinzioni, Matteotti giurista e politico, alimentò consapevolmente con i suoi scritti ed i suoi

discorsi parlamentari l’ostilità fascista nei suoi confronti, assumendosene coraggiosamente il

rischio. La riforma del diritto tributario quale formidabile strumento di giustizia sociale: Matteotti è morto quindi non solo perché era antifascista, ma anche perché voleva mettere la sua scienza a disposizione delle classi meno abbienti. E voleva farlo in Parlamento, da lui considerato suprema espressione di democrazia, da proteggere dalla aggressività governativa. L’analisi del libro di Francesco Tundo consentirà anche di riflettere sui rapporti fra i poteri dello Stato, che tanto occupano le pagine dei giornali dei nostri tempi.

Fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce delle illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini. Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo l’omicidio, il 16 agosto 1924. Nel discorso del 3 gennaio 1925 di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse pubblicamente la "responsabilità politica, morale e storica" del clima nel quale l’assassinio si era verificato. A tale discorso fece seguito, nel giro di due anni, l’approvazione delle cosiddette leggi fascistissime e la decadenza dei deputati che avevano partecipato alla secessione dell’Aventino come protesta per il delitto Matteotti.