di Filippo Donati
Più di duecento ferraresi si sono messi in coda ieri per effettuare un check-up cardiaco gratuito alla ‘Clinica mobile del cuore’ allestita in piazza Castello, reso possibile per il terzo anno dall’iniziativa ’Tieni in forma il tuo cuore’, presentata ieri dall’assessore regionale Raffaele Donini insieme all’assessore alle Politiche sociali del Comune di Ferrara Cristina Coletti.
"Un appuntamento ormai fisso che speriamo possa avere continuità anche in futuro – hanno sottolineato Donini e Coletti –. Sono quasi settemila gli emiliano-romagnoli, di cui poco meno di mille ferraresi, che in questi tre anni si sono sottoposti agli screening nelle piazze. Ringraziamo in primis i sanitari ma anche i volontari ai gazebo". La loro presenza in piazza Castello è anche l’occasione per rendere note alla popolazione le nuove tecniche di controllo cardiologico messe a disposizione dall’Ausl Ferrara: "fra queste – evidenzia la direttrice dell’Ausl Monica Calamai – la telecardiologia, l’elettrocardiogramma da remoto, le televisite cardiologiche. La prevenzione cardiaca insomma può davvero raggiungere tutti". La vera domanda è: ci riuscirà? Il lavoro da fare è infatti ancora molto. "La provincia di Ferrara è quella anagraficamente più anziana in regione – rimarca il direttore del Dipartimento ed attività integrata Cardiotoracovascolare Biagio Sassone –. In alcuni comuni del Basso Ferrarese più del 18% della popolazione ha almeno 75 anni. Molte famiglie sono composte solo da anziani. A Iolanda di Savoia, addirittura, l’indice di vecchiaia è pari a 400: significa che per ogni under18 si contano quattro over75. Situazioni che meritano un monitoraggio costante. Sono seimila – precisa Sassone – i soli arresti cardiaci, per fermare i quali è necessario l’utilizzo di un defibrillatore. Se si interviene entro due minuti nell’80% dei casi è possibile evitare che il cervello subisca danni permanenti. Ogni minuto che passa ci sono però un 10% di possibilità in meno di salvare il paziente"
Su come si prevengono le patologie cardiache non ci sono segreti: dieta sana, esercizio fisico e zero sigarette sono i tre elementi cui prestare più attenzione. Ma ce n’è un quarto, ancora troppo poco preso in considerazione, e cioè "il disagio sociale. Ormai sappiamo che gli stati depressivi costituiscono un grande rischio cardiologico. Gli screening che effettuiamo dovranno in futuro tenerne conto, prevedendo delle domande specifiche nei questionari che vengono sottoposti ai pazienti".