REDAZIONE FERRARA

Tollok, addio Masi per andare in India: "Non hanno chiuso definitivamente la porta. La trattativa con la Regione, uno spiraglio"

Il primo cittadino Samuele Neri è fiducioso: "Il 22 ci sarà un altro incontro a Bologna tra la proprietà e l’assessore Colla". Il sette ottobre 77 dipendenti sono stati chiamati mentre lavoravano e mandati a casa, la produzione è stata delocalizzata .

Tollok, addio Masi per andare in India: "Non hanno chiuso definitivamente la porta. La trattativa con la Regione, uno spiraglio"

Il primo cittadino Samuele Neri è fiducioso: "Il 22 ci sarà un altro incontro a Bologna tra la proprietà e l’assessore Colla". Il sette ottobre 77 dipendenti sono stati chiamati mentre lavoravano e mandati a casa, la produzione è stata delocalizzata .

Tollok, che fare? "Martedì 22 a Bologna si capirà cosa voglia fare la proprietà statunitense, il fatto che non abbiamo chiuso definitivamente la porta lascia aperto uno spiraglio", così il sindaco di Masi Torello, Samuele Neri, nell’assemblea pubblica ospitata in sala consiliare che ha visto la partecipazione dei lavoratori della ex Tollok in stato di agitazione dopo l’annunciato licenziamento collettivo dei 77 dipendenti e una partecipazione di lavoratori e sindacalisti della Berco, sulla stessa barca quanto a licenziamenti, qui siamo a circa 460 operai, con il dimezzamento del personale.

C’è una data di scadenza per i licenziamenti, il 31 dicembre, fino ad allora i lavoratori riceveranno lo stipendio. Si spera di trovare una strada percorribile fino ad allora oppure una soluzione di transizione, come il ricorso alla cassa integrazione per due anni. Da più parti si è sottolineato che l’azienda non ha debiti, c’è stato un calo di fatturato ma non da giustificare una soluzione così drastica. Il licenziamento collettivo, ha detto Stefano Bondi di Fiom-Cgil Ferrara, era "già stato deciso in maggio. Poi in modo strumentale ha creato le condizioni per arrivare all’epilogo di oggi". Bondi ha tra l’altra anticipato che, secondo le sue informazioni, i licenziamenti del settore metalmeccanico arriveranno entro la fine dell’anno a oltre mille addetti, tanto che si sta costruendo uno sciopero dei lavoratori del comparto verso il 20 novembre. Il sindaco Neri ha informato i lavoratori che alcuni imprenditori della zona si sono fatti avanti per assumere alcune professionalità della Tollok, che produce componenti per le pale eoliche. Bondi ha invitato i lavoratori a pazientare, perché un’azienda che conserva tutti le professionalità e i macchinari è molto più appetibile per altri imprenditori interessati a subentrare. L’ex sindaco Manuela Rescazzi ha ricordato che nelle sue legislature l’azienda era fiorente. "L’assessore regionale Vincenzo Colla ha proposto la revoca dei licenziamenti e proseguire l’attività per uno o due anni con l’accesso alla cassa integrazione per consentire ai dipendenti di cercare un lavoro e dare la possibilità ai privati interessanti di subentrare, ma serve tempo". In assemblea qualcuno ha proposto di bloccare l’accesso portando i trattori davanti ai cancelli, ma non ce né bisogno, c’è un presidio permanente davanti alla fabbrica. La delegata di Uil, Jennifer Pavani, ha interpretato lo sconcerto e il dramma collettivo: "L’azienda ci ha prospettato dall’oggi al domani il progetto di decentramento in Cina e in India, ci sentiamo spremuti e traditi. Lotteremo fino all’ultimo per salvare il posto di lavoro e la dignità di ognuno di noi". Stefano Gallerani invita "la politica a mobilitarsi e impedire la desertificazione industriale del territorio". Marco Bianconi è fatalista: "Non c’è la volontà dei padroni americani di tornare indietro sulla decisione. Il modo come hanno trattato i lavoratori è incivile".

Franco Vanini