Ferrara, 25 ottobre 2020 - Dai dieci giorni alle due settimane di attesa, anche se in qualche farmacia per la prima prenotazione utile bisogna già aspettare il 2021. Boom per i test sierologici rapidi (e gratuiti), riservati agli studenti e ai loro familiari, nonni non conviventi compresi. E Stefania Menegatti, presidente provinciale di Federfarma, analizza l’avvio così imponente.
Oltre 1000 test eseguiti in tre giorni, cosa significa? "Che lo screening lanciato dalla Regione incrocia il desiderio di tante famiglie di sentirsi più sicure. Perché nelle prenotazioni si nota che ci sono interi nuclei che chiedono di effettuare il test. Nei prossimi giorni si aggiungeranno i nonni, e immagino che le richieste esploderanno".
Le farmacie ferraresi aderenti sono 58, pari al 45% del totale. Ancora poche? "Io ritengo anzi che abbiamo avuto un ottimo avvio. Consideriamo che del totale, ben 57 sono farmacie private, visto che l’Afm al momento effettua i test solo in quella di viale Krasnodar. Ma credo che presto se ne aggiungeranno altre, non appena alcuni titolari riusciranno a risolvere questioni organizzative non irrilevanti".
A quali si riferisce? "La principale è relativa al personale. Sostanzialmente serve una persona dedicata a questo servizio, perché tra vestizione, protocolli di sicurezza, rispetto della privacy e adempimenti burocratici, non si tratta certo di prestazioni lampo. Anzi, considerando la necessità di inserire i dati nel sistema sanitario, servono 15-20 minuti per ogni persona. Consideri che spesso si presentano intere famiglie, e ha capito il problema. Ma l’importanza di questa campagna sta già spingendo alcuni colleghi a uno sforzo particolare".
E cioè? "Pensi alla farmacia Luciani di Rovereto. La titolare, che lavora da sola, effettua i test sierologici a saracinesca abbassata, nella pausa del pranzo. E altri, nelle farmacie dei paesi più piccoli, si stanno attrezzando in questo senso. Perché non ci sarebbe altro modo di supportare uno screening che, per essere utile, deve essere il più capillare possibile. Nei centri più piccoli, per tante cose il riferimento è la farmacia".
O la parrocchia, ma nel caso della prevenzione Covid siete senz’altro più attrezzati. "Ci stiamo mettendo grande impegno, i dati già dei primi giorni ci dicono che si tratta di un’operazione sociale molto rilevante".
Tra chi non ha aderito, ritiene che ci sia anche qualche collega timoroso del contagio? "No, anche perché il Covid non si trasmette attraverso il sangue. Penso che sia più una questione legata agli spazi: le farmacie che non dispongono di un’area servizi sono sicuramente più penalizzate, ma come le ho detto si stanno già organizzando".
In città crede che l’Afm farà di più? "Penso di sì. Adesso è in funzione la farmacia di viale Krasnodar, con un servizio tra l’altro piuttosto nutrito. Mi pare che anche Porta Mare possa partire a breve, da quanto ho sentito".
In questo caso non c’è la classica concorrenza tra farmacisti pubblici e privati. "Proprio no, è una battaglia che si combatte tutti assieme".
Parlava degli aspetti burocratici: sono quelli legati all’invio dei dati con l’esito del test? "Sì. La procedura di fatto impegna il tempo di latenza dell’esame, che è di circa 15 minuti. Ricordo che il risultato non viene comunicato direttamente in farmacia, ma trasmesso al Fascicolo Sanitario della persona e al medico di base. In caso di positività, si viene contattati direttamente dalla sanità pubblica".
I positivi, sui primi 1074 test, sono stati 22. "Ferrara è in linea con i dati delle altre province, attorno al 2%".
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