CRISTINA RUFINI
Cronaca

Tentata violenza sessuale, sacerdote condannato a 4 anni e mezzo. “Intimità con un minore”

Si è chiuso ieri sera il processo a carico di don Giuseppe Rugolo. La difesa: "Pena più che dimezzata rispetto ai dieci anni chiesti dal pm. E soprattutto non è stata concessa alcuna provvisionale sui danni"

Sacerdote condannato per tentata violenza sessuale

Sacerdote condannato per tentata violenza sessuale

Ferrara, 6 marzo 2024 – Pena più che dimezzata, rispetto alle richieste dell’accusa, per don Giuseppe Ruggolo, il sacerdote che ieri è stato condannato a quattro anni e mezzo, per tentata violenza sessuale e per rapporti intimi con un ragazzo di quindici anni. Si è chiuso così il processo che ha visto alla sbarra il prete che attualmente vive a Ferrara, per episodi che hanno riguardato la sua permanenza nella parrocchia di San Giovanni Battisti a Enna. La sentenza è arrivata ieri sera, dopo otto ore di camera di consiglio del Collegio di giudici, che peraltro ha dichiarato responsabile civile la Curia di Piazza Armerina, con danni da quantificare e liquidare in separata sede.

"Prendiamo atto che la pena finale – ha commentato il legale che assiste il religioso, l’avvocato Denis Lovison – è stata più che dimezzata rispetto alla richiesta di dieci anni della Procura. Non solo. Importante che di fatto sia stato riconosciuto un solo tentativo di violenza sessuale e che siano state concesse le attenuanti e che non sia stata concessa alcuna provvisionale, rispetto alla richiesta complessiva di danni delle parti civili, che ammonta a mezzo milione di euro. Il che significa che non è stato dimostrato in questa sede alcun danno subito". I giudici lo hanno condannato anche all’interdizione perpetua dall’insegnamento e a cinque anni dai pubblici uffici.

L’inchiesta. Al processo che si è concluso ieri siamo arrivati dopo la denuncia dei genitori dell’allora quindicenne, Antonio Messina, che frequentava la parrocchia di San Giovanni Battista ad Enna, dove sarebbero avvenuti alcuni episodi di violenza, quando Rugolo, che oggi ha 42 anni, era un giovane seminarista. Gli abusi, tuttavia, sarebbero continuati anche dopo la sua ordinazione a sacerdote. Messina, che oggi ha 30 anni, prima di denunciare tutto alla polizia, aveva scritto anche una lettera a Papa Francesco.

Poi nel 2018 aveva denunciato tutto al vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, che aveva aperto una investigatio previa . Il procedimento, dopo essere approdato al tribunale ecclesiastico, era stato inviato alla Congregazione, oggi Dicastero, per la Dottrina della Fede, che non si era espresso per difetto di competenza dato che le violenze sarebbero avvenute quando Rugolo era ancora seminarista. Il Dicastero aveva rimandato, dunque, gli atti al vescovo Gisana, il quale avrebbe offerto alla famiglia del giovane 25 mila euro in contanti, prelevati dalle casse della Caritas, come "borsa di studio". Messina avrebbe preteso nella causale la dicitura "risarcimento danni" e per questo motivo la trattativa sarebbe saltata. Alla fine del 2019 Rugolo era stato trasferito da Enna a Ferrara, perché "gravemente malato". Nell’ottobre del 2020, dopo una lettera inviata anche a Papa Francesco per chiedere giustizia, Messina denunciò tutto alla polizia. Nel corso del processo, che si è snodato per 22 udienze, sono stati ascoltati 53 testimoni. Ora si attendono le motivazioni della sentenza.