Nell’ultimo giorno del 2024 è arrivata la decisione del giudice del lavoro del Tribunale di Ferrara, Alessandra De Curtis, nel braccio di ferro tra Fondazione Teatro e l’ex dipendente stagionale Morena Morelli, affiancata dalla Cgil. Dopo l’udienza del 20 dicembre scorso, in cui è stata ascoltata anche Morelli, lunedì il giudice ha sciolto la riserva e in sedici pagine ha spiegato la sua decisione, riconoscendo solo in parte le istanze che erano state presentate dal sindacato nel ricorso per il mancato incarico anche per la stagione 2023/2024.
Una condotta antisindacale riconosciuta nella mancata informazioni alla Cgil in merito alle variazioni del Piano occupazione. Ma non accogliendo l’istanza di un reintegro, né della cifra pretesa quale risarcimento del danno, indicata in 50mila euro, il giudice ne ha, infatti, riconosciuti solo cinquemila. "Questa condotta – spiega il direttore generale della Fondazione, Carlo Bergamasco – attribuibile alla precedente direzione si colloca tra maggio e giugno 2024, e il giudice la definisce come ’non sorretta dalla volontà di sottrarsi a ostacolare il confronto, quanto piuttosto dal particolare periodo attraversato dalia fondazione sotto il profilo del cambiamento del suo assetto organizzativo, essendo imminente il rinnovo degli organi’".
Poi, il Tribunale ha rigettato tutte le altre pretese della Cgil. Il sindacato, infatti, aveva sostenuto che il mancato rinnovo fosse una conseguenza dell’attività sindacale che Morelli svolgeva per la Cgil, mentre il giudice ha sottolineato che "si esclude che la dottoressa Morelli non sia stata assunta per la stagione 2024 - 2025 a causa del suo ruolo di sindacalista". "È stato riconosciuto invece che la Fondazione Teatro – sottolineato il direttore Bergamasco – , in un passato recentissimo, ha beneficiato altri esponenti di Cgil stabilizzando il loro rapporto di lavoro o riconoscendo passaggi di livello. Il Tribunale ha quindi negato la sussistenza del ’licenziamento ritorsivo’ ipotizzato dal sindacato".
Bensì, il giudice ha sostenuto che il mancato rinnovo sia stato figlio di una esigenza di riorganizzazione e modernizzazione del settore comunicazione. Non solo. "Il piano occupazionale – è stato sottolineato – non è un atto vincolante come lo è, invece, un contratto integrativo aziendale. Quindi, la mancata informazione avvenuta in maggio e giugno 2024 non è stata causa della mancata assunzione".
Infine il giudice ha evidenziato anche che "il confronto tra le parti – conclude il direttore della Fondazione – ha avuto toni adeguati e legittimi. Il Tribunale riconosce che la nuova direzione del Teatro ha agito in modo da salvaguardare la dialettica tra azienda ed organizzazioni sindacali, e che non sussistono condotte antisindacali in corso. Nel caso Morelli vi è stata solo la citata mancanza di informativa, ritenuta dal Giudice di limitata rilevanza".
La Fondazione Teatro darà corso, nel più breve tempo possibile, a quanto statuito dal Tribunale (corresponsione di una somma di denaro, in termini molto modesti rispetto a quanto richiesto dalla Cgil, pagamento di una parte delle spese, pubblicazione del dispositivo) – conclude il direttore generale – Un particolare ringraziamento va, da un lato, all’Amministrazione Comunale di Ferrara, per il sostegno dimostrato alla Fondazione Teatro anche in questo frangente caratterizzato da polemiche inutilmente aspre, e dall’altro lato agli Avvocati Alessandra Tuffanelli e Renzo Cristiani per il fondamentale apporto professionale e tecnico.