"Teatro, dal Comune insulti e notizie infondate"

Lavori al Borgatti, parlano le società: "Siamo noi a esserci opposti a interventi in condizioni che non garantivano la sicurezza"

"Teatro, dal Comune insulti e notizie infondate"

Il cantiere al teatro Borgatti (. foto di repertorio

Non si placa la polemica sulla risoluzione dal contratto d’appalto del teatro Borgatti, anche alla luce del dibattito in Consiglio comunale che ha riguardato questioni relative a danni e sicurezza sul lavoro. A prendere la parola, stavolta, sono le società coinvolte. "Le ripetute manifestazioni pubbliche sulla vicenda ci impongono di intervenire a tutela, non solo delle società, ma di ciascun operaio, impiegato, professionista che presta in azienda la propria attività e che qui, a uno a uno, ringraziamo – si legge in un lungo comunicato –. Le società sono state coinvolte nel restauro del Borgatti, in qualità di appaltatore e subappaltatore, in virtù della propria pluriennale esperienza nel settore dei beni culturali. Contrariamente a quanto riportato dall’amministrazione comunale agli organi di stampa, sono state proprio le imprese che, a tutela del proprio personale, si sono opposte all’esecuzione di lavori in condizioni che le società non ritenevano atte a garantire la sicurezza, né dei lavoratori, né della struttura storica e che avrebbe procurato probabili gravi danni al teatro, così come si deve alle imprese la limitazione del danno relativo alla demolizione della pavimentazione storica, ordinata in cantiere dagli ausiliari dell’ente che hanno tuttavia errato nell’individuazione del piano in cui intervenire con le demolizioni e che le Imprese hanno segnalato".

Ma non è tutto. Le società puntualizzano come abbiano "analizzato approfonditamente sia lo stato dei luoghi sia il progetto di restauro. Le imprese lo hanno fatto coinvolgendo, a proprie spese, in qualità di consulenti, autorevoli docenti dell’Università Alma Mater di Bologna, che hanno confermato le perplessità già espresse dai tecnici delle imprese e paradossalmente anche dai progettisti precedentemente incaricati dal Comune ovvero che la rimozione del solaio in laterocemento a copertura della platea e del palco presenta grandi difficoltà operative, soprattutto nella zona sopra la platea, con problemi relativi alla sicurezza e ai tempi di esecuzione, difficilmente superabili".

Per essere ancora più chiari, scandiscono le società nell’articolato comunicato, "la soluzione che il Comune ha cercato di imporre prevedeva la posa di un tavolato al di sopra del graticcio di legno, sovrastante il palco a un’altezza di circa 20 metri, di cui non era stata analizzata la capacità portante per il sovraccarico e per il peso degli operatori, sotto il quale era prevista la posa di una rete di sicurezza, di cui non si comprendeva l’utilità, visto che nella fase di lavori di demolizione e rifacimento del tetto il lavoratore avrebbe potuto cadere dall’alto da un’altezza nel punto più alto di circa cinque metri colpendo prima il tavolato e poi precipitando. Il tutto per evitare l’installazione di un apposito ponteggio ed ottenere in tal modo un risparmio di spese". Tali perplessità, aggiungono le aziende, "sono state immediatamente trasferite all’amministrazione poiché, non vogliamo indulgere in alcuna ambiguità: l’esecuzione di lavori in assenza delle necessarie condizioni di sicurezza non è un’opzione percorribile dalle imprese". La risposta della direzione dei lavori "è qualcosa a cui in tanti anni di lavoro non avevamo mai assistito: ripetuti insulti e dileggi rivolti anche alle professioniste della società, definite con inaccettabili toni ‘signore con la laurea’ e non ingegneri, unitamente al totale rifiuto di ogni effettivo confronto tecnico e alla dittatoriale imposizione di non condivise né condivisibile modalità operative". Le società hanno dunque chiesto l’intervento del responsabile del progetto e del sindaco, ma "la risposta è stata è stata totalmente evasiva". In definitiva, chiude la nota, "le ripetute, infondate e lesive notizie che l’amministrazione ha rilasciato alla stampa, cui le società non potranno che rispondere nelle sedi opportune, non solo incrementano il già ingiusto danno provocato ma allontanano sempre più dall’obbiettivo principale: rendere il Borgatti ai centesi".