Alla fine si è dovuta arrendere. "Mi dispiace, mi dispiace tanto. E non per me, ma per tutte le persone che qui avevano trovato un punto di riferimento, per gli anziani che venivano a prendere il loro sacchettino di pane, a fare un po’ di spesa. Ma il lavoro non è un hobby, io qualcosa devo pur guadagnare. E, nonostante i sacrifici, così non è. Ho troppe spese, quello che incasso non basta. In pratica non ho un incasso". Tatjana Belloni, che da queste parte chiamano Tania, è stata costretta ad alzare bandiera bianca. "Alla fine dell’anno chiudo", dice a malincuore.
Insieme al figlio Oleg, 22 anni, nemmeno un anno fa – saranno 12 mesi a settembre – aveva salvato una bottega storica del paese. Lei e suo figlio da Riga, capitale della Lettonia, erano sbarcati a Pilastri, frazione di Bondeno, per accendere di nuovo la luce in un’attività che rischiava di sparire. Un’impresa che aveva il sapore del miracolo, davanti alla crisi che morde, ai paesi che si spopolano, le piazze e strade un deserto segnato da capelli bianchi. Tatjana, dopo aver fatto per anni la barista, aveva preso le redini di quei pochi metri quadrati che aveva chiamato ’La tua bottega’. Aveva acceso di nuovo una luce nell’unico negozio dove i residenti potevano comprare il pane e un po’ di latte, salame e formaggio. Un salvataggio sulle orme di don Roberto Sibani (parroco di San Matteo Apostolo) che, davanti alla necessità dei suoi parrocchiani rimasti senza pane e companatico, aveva aperto la porta della sua parrocchia per consegnare pagnotte, filoni e biscotti. Al fianco del sacerdote, in questa operazione che voleva evitare a tanti anziani di dover fare chilometri per una rosetta, Michele Casari (fornaio) e Katia Ballerini (volontaria).
Poi è arrivata lei, Tatjana con il figlio, da 15 in Italia, nel sacchetto una carica d’entusiasmo che regalava con il sorriso. Non è andata come tutti speravano. Racconta ancora. "Il Comune di Bondeno mi ha aiutato, mi ha dato un contributo di 5mila euro con il quale abbiamo messo l’aria condizionata, preso anche un frigo. L’amministrazione di Simone Saletti mi paga anche la tassa per i rifiuti. Ma non basta". Guarda una delle ultime bollette che sono arrivate con la posta. "Per due mesi di energia elettrica, quella che serve per alimentare i frigo del negozio, devo pagare 1.400 euro. Io qui lavoro, tanta gente viene in negozio ma non basta certo per pagare queste cifre. Tra l’altro ho anche assunto una ragazza, 33 anni, è brava, ha voglia di fare. Ma devo pagare anche lei". Un rimedio c’era, quello di alzare i prezzi. "Ho aumentato qualcosina – precisa –, ma non me la sento, non me la sento di far pagare tanto alle persone che vengono da me, agli anziani". Ha già dato al proprietario della struttura la disdetta, ultimi mesi con la saracinesca alzata. Poi stop, a fine anno. I clienti entrano, leggono la lavagnetta. Si può ordinare pincia, braciola, salsiccia. Un po’ di tutto. Come erano le botteghe tanto tempo fa. Ma il negozio di alimentari non è riuscito a tagliare nemmeno il traguardo dell’anno. "Peccato", dice ancora. Per avere il pane in paese bisognerà affidarsi al cielo o magari ancora a don Roberto Sibani.