MARIO BOVENZI
Cronaca

Task force del decoro: "Una seconda pelle per salvare l’Ariosto. Poi saremo in galleria"

’Velo’ per tutelare i monumenti dai graffitari. A partire da piazza Ariostea "La nuova tecnica verrà sperimentata presto in un angolo di Matteotti".

Task force del decoro: "Una seconda pelle per salvare l’Ariosto. Poi saremo in galleria"

Task force del decoro: "Una seconda pelle per salvare l’Ariosto. Poi saremo in galleria"

"Una seconda pelle, che servirà a proteggere i monumenti ed anche a mettere un freno ai danni e all’esborso ingente da parte delle casse del Comune per rimediare agli scarabocchi dei vandali", Diego Contiero è a capo dell’unità operativa del Comune che si occupa di viabilità, segnaletica e decoro urbano. Dirige la task force che batte le strade della città con spatola, spugna e pazienza per togliere da monumenti, cestini, panchine quelle che alcuni imbrattatori di mestiere definiscono opere d’arte. Ed anche etichette appiccicate per noia, dediche "Agata, io ti amo", dimostrazioni che oscillano tra stupidità e vandalismo. Adesso un rimedio c’è. L’uso della nanotecnologia, tecnica che crea una pellicola protettiva per la statua dell’Ariosto – uno degli obiettivi più gettonati – per arredi urbani, come le panchine e i cestini dei rifiuti. Il prodotto, che riduce i costi di manutenzione e garantisce una maggiore resistenza agli attacchi con le bombolette spray, è stato applicato dalla Venitech Srl di Mestre. E’ stato usato anche per il ponte di Calatrava a Venezia, pare che funzioni e funzioni bene. L’importo totale del progetto ammonta a 19.500 mila euro. In prima linea l’architetto Claudio Bignozzi del Comune, direttore dei Lavori, e l’ingegnere Antonio Parenti.

Spendete così tanto per rimediare ai danni degli imbrattatori seriali?

"Tantissimo. Solo per fare un esempio. Ogni anno se ne vanno 8mila euro per sistemare i soli cartelli stradali. Non è poco. Per i dissuasori della sosta, che sono in ghisa, si devono mettere al lavoro almeno due persone, per ore. Togliere lo scotch è un’impresa, è un’impresa eliminare le etichette che danno alcuni locali ai ragazzi che entrano. Escono e pensano che sia divertente attaccarle da qualche parte. E le nostre squadre ogni mattina sono lì, a toglierle"

Il progetto ha avuto il battesimo del fuoco con la statua dell’Ariosto. E’ un po’ meno indifeso?

"Direi di sì, il rivestimento protettivo trasparente che utilizza una tecnologia a nanoparticelle è stato messo su tutto il basamento della statua (200 metri quadri). Questo rivestimento non solo proteggerà la statua dagli agenti atmosferici, ma anche da atti vandalici. Adesso basta intervenire con acqua calda, ma anche quella fredda va bene. E si tolgono gli scarabocchi. Ci siamo limitati al basamento, più in alto ci auguriamo i vandali non riescano ad andare"

Non solo l’Ariosto

"No, vogliamo intervenire su parte della pavimentazione della galleria Matteotti. Proviamo a fare un angolo per vedere se anche lì il prodotto funziona, è una struttura molto particolare. Anche le nuove fioriere che andremo a collocare in piazza Cortevecchia saranno trattate. E avranno una seconda pelle le panchine che metteremo nel parco Bassani, che si potranno togliere quando verranno organizzati eventi. I progetti ci sono, le idee non mancano per arginare questo fenomeno che è una macchia per la città, per il suo volto, quasi uno sfregio"

Ce la farete?

"Noi ce la mettiamo tutta. Ma devo dire che siamo davanti da anni ad un’esplosione sulla città in larga scala di questo fenomeno, mi riferisco agli scarabocchi, sfregi ai monumenti, episodi di vandalismo contro cestini, cartelli e panchine. In altre realtà urbane succede certo, ma molto meno. Prendono i monumenti come una lavagna da imbrattare, noi cancelliamo e loro tornano a scrivere di nuovo".