Roberta
Fusari *
La commissione richiesta dalla minoranza di giovedì ha fatto emergere l’incapacità del comune di dare risposte in merito al Superbonus 110%. Dopo due anni dall’introduzione dell’incentivo ci si pone il problema dalla mole di lavoro da gestire all’interno degli uffici tecnici comunali, trovando risposta in una convenzione con il Collegio dei Geometri per avere due persone in supporto. A pochi mesi dal termine dell’incentivo, questa è la risposta, parziale e tardiva. Il Superbonus è una grande opportunità pensata per ridare ossigeno alla filiera edilizia in linea con le necessità di transizione energetica dell’edilizia. Procedure complesse e tempi ristretti di scadenza (pur con successive proroghe) non hanno dato la possibilità a questa misura importante di realizzare in pieno ciò che si era prefissato: il rinnovo dell’edilizia privata con un incentivo fiscale che consente di recuperare le spese d’intervento, e potendo cedere questo credito a banche o imprese per chi non ha capacità di spesa. Il risultato dopo due anni di questa misura sta nella difficoltà di trovare professionisti e imprese disponibili ad assumere lavori e il costo delle materie prime drammaticamente aumentato. Il Comune ha un ruolo importante autorizzativo all’inizio della procedura, diventando il punto debole iniziale per i tempi di programmazione e realizzazione dell’intero intervento. Per questo era importante che il problema fosse risolto ben prima, lo abbiamo sollevato in un’interpellanza già un anno fa. Perché il Comune non si è fatto carico di coordinare interventi su edifici privati di cittadini che non hanno le forze per affrontare una procedura così complessa, come altre amministrazioni? Coordinare interventi tra privati per agevolare la riqualificazione edilizia della città avrebbe dovuto essere una priorità per chi si deve occupare del bene pubblico. Sul Superbonus, servirebbe un Comune pronto e consapevole del proprio ruolo.
*Consigliera di Azione Civica