CLAUDIO CASTAGNOLI
Cronaca

A Goro (Ferrara) arriva uno studio per riconoscere l’identità degli scomparsi in mare

E’ la prima ricerca al mondo e verrà realizzata nelle acque goresi: consentirà soprattutto di dare un futuro migliore ai figli sopravvissuti. Il sindaco Bugnoli: “Permetterà a tanti minori di essere adottati”

I partecipanti alla conferenza stampa per la presentazione del primo studio che consentirà di riconoscere l'identità degli scomparsi in mare

I partecipanti alla conferenza stampa per la presentazione del primo studio che consentirà di riconoscere l'identità degli scomparsi in mare

Goro (Ferrara), 26 giugno 2024 – A Goro stamattina è stato annunciato il primo studio al mondo per la “stima del tempo di immersione del corpo in acqua post mortem, attraverso il calcolo quantitativo dei depositi rilevati sui denti”.

Si tratta della ricerca “Post Mortem Subimmersion Interval (Pmsi) che verrà realizzata nelle acque goresi. Un progetto molto importante “perché - dice il sindaco Maria Bugnoli - consentirà di identificare la vittima, restituirla alla propria famiglia, ma soprattutto, ancor più nobile, permetterà a tanti minori di poter essere adottati o affidati. Penso alle migliaia di persone che periscono in mare ed alle migliori prospettive di vita ed inserimento sociale, quasi impossibili senza la certezza di essere orfani”.

Mentre tolgono guaina prima di immergere denti
Barbè e Terroni mentre tolgono guaina prima di immergere denti

Lo studio è realizzato da Giovanni Barbé, dentista con specializzazione specifica in odontoiatria forense e docente per 20 anni a Lione e dall’odontotecnico Riccardo Terroni, esperto in odontoiatria digitale, in partnership con l'Università di Torino, in particolar modo col professor Emilio Nuzzolese Dipartimento di Medicina Legale e di matematici dell’ateneo che svilupperanno un algoritmo sui dati. Cominciato 2 mesi fa con la messa in acqua di 6 fili ai quali erano attaccati 3 denti ognuno, è stato vanificato dal granchio blu.

Da sinistra Barbè, Terroni e il comandante Mari alle loro spalle
Da sinistra Barbè, Terroni e il comandante Mari alle loro spalle

“Non ci siamo scoraggiati e sempre grazie ad amici goresi abbiamo trovato un rimedio - afferma Barbè - l’idea è nata dalla tragiche vicende di Lampedusa dove ci sono migliaia di celle frigorifere coi corpi all’interno. Non ci sono altri studi in tutta la letteratura scientificità mondiale, tranne due giapponesi nel 2018 e 2022, ma in acqua dolce e in laboratorio, non in acqua salata come il nostro.

Da sinistra, Terroni e Barbè sulla banchina del porto
Da sinistra, Terroni e Barbè sulla banchina del porto

Analizzeremo mese per mese, con microscopi, la progressione di piccoli animaletti (policheti e cirripedi) che si attaccano ai denti ci permetteranno poi di stimare attraverso una scansione digitale successiva, a livello micrometrico, la loro quantità e - conclude - capire il tempo di immersione del corpo”.