Ferrara, 19 giugno 2024 – “Siamo ancora increduli e profondamente scioccati dall’immane tragedia che ci ha colpito. In questo momento però l’unico pensiero è per le famiglie dei nostri dipendenti a cui va il nostro più profondo cordoglio e a cui non mancheremo di far avere tutto il supporto possibile”, così Silvia Salvi, titolare dell’azienda dove lavoravano i due pakistani morti in un incidente mentre tornavano a casa.
L’auto piombata ad una curva nel canale che la costeggia, nel tratto di strada che dal ponte della Trava arriva fino a Portoverrara, frazione di Portomaggiore.
Nell’Opel Zafyra di colore grigio erano stipati in sette, sette pakistani che stavano tornando nei paesi dopo il turno di lavoro nelle campagne. Ed è proprio sul mezzo di trasporto, quel monovolume, che si concentra l’attenzione. Dario Alba è il segretario di Flai Cgil. Dice: “Lavoravano in regola, da tempo abbiamo rapporti con l’azienda Salvi che è una delle tante imprese oneste della nostra provincia. Stiamo cercando di capire chi si occupava degli spostamenti dei braccianti dalle loro abitazioni alle campagne. Come mai su quell’auto c’erano tutte quelle persone?”.
E’ molto probabile che qualcuno si facesse dare soldi in contanti per occuparsi del trasporto sul luogo di lavoro. Tutte ipotesi che vengono verificate in queste ore. Si teme che un caporale, che gravita nella zona di Portomaggiore, sia riuscito ad infiltrarsi in una situazione di rispetto della legalità per estorcere ai braccianti denaro per il trasporto e l’alloggio. Alba solleva una serie di interrogativi: “Le condizioni abitative sono idonee? Con il caldo insostenibile di questi giorni, magari riposavano tutti in una stessa stanza, senza aria condizionata”.
“Grande il dispiacere per l’incidente di cui sono rimaste vittime i lavoratori di origine pakistana – interviene Milena Grassi, segretario Fai Cisl Ferrara –. L’agricoltura per il 50% utilizza lavoratori stranieri, che spesso sono privi della patente e faticano a muoversi autonomamente per raggiungere i luoghi di lavoro, se non utilizzando la bicicletta oppure organizzandosi in gruppi ma utilizzando mezzi di trasporto fatiscenti”.
Durante un vertice a Portomaggiore con la prefettura, recentemente, si era parlato di uno sportello da realizzare nel Comune con un interprete in grado di parlare con chi cerca lavoro, con chi deve organizzarsi per ’raggiungerlo’ il lavoro. Progetto che ha ottenuto il parere favorevole del sindaco Dario Bernardi e l’impegno della Regione per finanziarlo. Progetto sul quale il prefetto Massimo Marchesiello chiede di fare presto. “Fondamentale far incontrare offerta e domanda di lavoro”, sottolinea.