FEDERICO MALAVASI
Cronaca

‘Strade al veleno’, il processo. Il pm: "Condannate gli imprenditori"

Le richieste della procura per i due imputati accusati di traffico e gestione illecita di rifiuti. Sentenza a luglio. Una decina i Comuni ferraresi coivolti, sotto la lente l’impiego di bitume con sostanze nocive per gli asfalti.

La procura presenta il conto agli imputati del processo noto alle cronache come ‘Strade al veleno’. La lunga e complessa vicenda giudiziaria è incentrata su un presunto giro illecito di rifiuti e sull’utilizzo di materiali non conformi per gli asfalti. Nei giorni scorsi, il procedimento incardinato a Verona si è avvicinato alle battute conclusive con la requisitoria del pubblico ministero della Dda Giovanni Zorzi il quale, dopo aver ricostruito i punti chiave della vicenda che tocca anche una decina di Comuni del nostro territorio, ha chiesto due anni di reclusione per ciascuno dei due imputati rimasti (il terzo nel frattempo è deceduto), entrambi imprenditori della città scaligera. Nelle sue memorie il pm ha sottolineato la "chiara conoscenza" di tutti gli imputati "della illiceità della condotta tenuta" e la "evidente" finalità di lucro che emergerebbe "dalla stima del quantitativo trattato e del guadagno relativo, del tutto impossibile una volta che ci si fosse tenuti alle modalità previste di gestione del rifiuto". Dopo la procura, la parola è passata alle parti civili. L’avvocato Denis Lovison, che assiste buona parte dei Comuni ferraresi che si sono costituiti, si è associato alla richiesta di condanna della procura e ha chiesto una provvisionale da centomila euro per ciascun Comune danneggiato a carico di uno dei due imputati. Il giudice ha infine rinviato al 9 luglio per ascoltare le difese degli imprenditori e per emettere la sentenza.

Un passo indietro. Il procedimento giunto nei giorni scorsi alle battute conclusive è nato da un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia veneziana nata a sua volta da un’attività dei carabinieri forestali. Al banco degli imputati due imprenditori veronesi, chiamati a rispondere di traffico e gestione illegale di rifiuti. Dalle indagini eseguite, infatti, risulterebbe che due aziende venete abbiano impiegato bitume non conforme e contenente sostanze nocive al di sopra della soglia di legge per asfaltare piazzali e strade in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Tra i presunti danneggiati, si diceva, ci sono anche numerosi Comuni del Ferrarese. Le amministrazioni che hanno scelto di agire sono quelle di Copparo, Bondeno, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico, Codigoro, Terre del Reno (assistite dall’avvocato Lovison), Argenta, Ferrara (avvocato Riccardo Caniato), Comacchio e Mesola (avvocato Sebastiano de Feudis). A luglio, dunque, la vicenda iniziata ormai sei anni fa potrebbe arrivare a una sua pruina verità giudiziaria con il verdetto del tribunale scaligero.