FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

La storia della statua dimenticata, quella di Vittorio Emanuele II a Ferrara

Stimolato dal Pd, l’assessore alla Cultura Gulinelli avanza alcune proposte: “Consulterò i ferraresi. Ipotesi parchi Massari o Pareschi”

La statua e alcuni suoi dettagli. A sinistra: nella originaria collocazione davanti alla cattedrale

La statua e alcuni suoi dettagli. A sinistra: nella originaria collocazione davanti alla cattedrale

Ferrara, 27 marzo 2025 – La statua del re galantuomo riposerà troneggiante in uno dei due parchi più belli della città. O al Pareschi o al Massari. A sollevare il problema della collocazione della statua di Sua altezza Reale, Vittorio Emanuele II, il cui nome biancheggia sul marmo del Vittoriano in piazza Venezia, è stato un documento del Partito Democratico. In un afflato risorgimentale, i dem hanno posto il tema di trovare una sistemazione degna e decorosa al padre dell’Unità d’Italia.

A rispondere, sulle colonne del Carlino, è l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli che traccia un excursus storico dell’avversa fortuna che l’opera ha avuto fin dalla sua realizzazione. “Realizzata dallo scultore Giulio Monteverdi – spiega Gulinelli – la statua ha avuto tantissime traversie e, di fatto, mai una collocazione definitiva. L’inaugurazione avvenne nel 1889, benché il via libera alla realizzazione dell’opera venne dato dalla giunta comunale dell’epoca nel 1880. Inizialmente, fu posta nelle pertinenze del sagrato della cattedrale. E, fin da subito, iniziarono lamentele e mugugni”. A destare i malumori erano, per lo più, ragioni logistiche.

In quella posizione – dice l’assessore – il manufatto artistico ostacolava il traffico dell’epoca, in particolare quello delle carrozze che passavano per il centro”. A quel punto, il dibattito su una possibile collocazione alternativa si riaccende. Si pensava di posizionarla in piazza Municipale. “Ma furono i Repubblicani, all’epoca, a opporsi a questa decisione: non volevano la statua di re Vittorio Emanuele, accanto al palazzo municipale”. Le lancette della storia ci portano avanti. Al 1924, per la precisione. “In quell’anno – ricostruisce Gulinelli – la statua fu spostata e posizionata in piazza Torquato Tosso. Poi, per un altro periodo, fu collocata nella chiesa di San Nicolò e, infine, al palazzo dei Diamanti in quello che sarebbe diventato il museo del Risorgimento e della Resistenza”. Fino al 2020, quando iniziò il restauro dell’immobile.

Di qui, i primi ragionamenti su dove collocare al meglio l’opera di Monteverdi. “Pensavamo, inizialmente – spiega l’amministratore – che avremmo potuto collocarla nel nuovo museo del Risorgimento e della Resistenza, in ossequio a una tradizione consolidata, che aprirà alla fine dell’anno nella Casa della Patria-Pico Cavalieri. Poi, però, abbiamo optato per una soluzione che contemperasse anche l’esigenza di restituire alla cittadinanza un’opera dal grande valore anche simbolico, oltre che artistico. Renderla più fruibile e visibile a tutti”. Ed è per questo che Gulinelli ha in animo di avviare “una sorta di consultazione tra i ferraresi, per capire in quale parco tra il Massari e il Pareschi avrebbero piacere che fosse collocata la statua”.

Il parco di viale Cavour, indicato nel documento del Pd, è stato considerato non idoneo. Nel frattempo, comunque, l’assessore si sta attivando per reperire i fondi finalizzati al restauro. “La statua (dal peso di circa 650 chili) – dice – necessità di un robusto intervento per il quale, comunque, occorreranno all’incirca cinquantamila euro”. Al monumento, manca anche il fodero della spada. Anche su questo, però, ci sono già interlocuzioni in corso per tentare di rimediare alla mancanza. “Entro l’estate – l’auspicio di Gulinelli – speriamo di riuscire a dare, finalmente, una collocazione definitiva al monumento”. E, allora: avanti Savoia!