Stellantis Vm, calo del 30%: "Non era stato previsto"

Cento: dopo l’incontro di ieri, i sindacati: "Subito il piano industriale". Verla e Bondi: "Servono volumi maggiori per garantire la redditività del sito" .

Stellantis Vm, calo del 30%: "Non era stato previsto"

Ieri un incontro tra le segreterie provinciali, le Rsa e la direzione di stabilimento Stellantis VM Motori per una valutazione sulla situazione produttiva del 2023 e l’esperimento dell’esame congiunto per la cassa integrazione ordinaria richiesta dal 27 novembre al 10 dicembre. "Il 2023 registra un calo significativo dei volumi rispetto al 2022 pari al 30% – sottolinenano Fim, Fiom, Uilm e Uglm - rispetto a tutte le diverse linee di prodotto dai motori industriali a marini, da poco più di 8.000 motori nel 2022 a circa 5.500 attesi a fine 2023, per un eccesso di stock di prodotto da parte dei clienti e l’aumento dei tassi di interesse. Anche la residua produzione dei motori automotive sarà inferiore alle attese (4.000 contro 5.000) per problemi di fornitura di componenti". E le prospettive sul 2024. "L’azienda prevederebbe un incremento complessivo di circa 3.000 motori, numeri comunque non sufficienti per il rilancio della Vm – proseguono - Quanto ai progetti, l’allungamento dei tempi per il passaggio all’Euro7 favorirebbe l’attenzione su nuove omologazioni per la ricerca di nuovi clienti, senza comunque ridurre le attività di sviluppo su nuove motorizzazioni, tra cui quelle a idrogeno".

E la richiesta. "Abbiamo posto al tavolo aziendale la necessità di arrivare a fare una discussione vera sulle prospettive dello stabilimento – dicono i sindacati - a garanzia dell’occupazione, ridotta a poco più di 400 unità, e della piena continuità produttiva. Chiederemo anche una riconvocazione rapida del Tavolo istituzionale regionale con la direzione nazionale di Stellantis". "Ad oggi l’azienda ha confermato che sta ancora facendo delle valutazioni rispetto alla gestione complessiva del business all’interno del gruppo e il 2024 deve essere un anno di chiarezza sulla prospettiva industriale della Vm – aggiungono Stefano Bondi e Giovanni Verla di Fiom – e ci devono essere investimenti a tutto tondo perché la capacità produttiva che c’è ora possa essere messa a valore. Il calo del 30% non era atteso, l’abbiamo verificato pian piano soprattutto dopo l’estate perché i numeri che l’azienda ci aveva dato sino all’inizio dell’estate erano ben diversi. E la riduzione di 300 dipendenti in un anno (da 700 ai 400 attuali) ha attutito rispetto anche all’uso delle ammortizzatori sociali. L’obiettivo per Vm deve essere avere volumi maggiori per garantire saturazione e al contempo redditività per lo stabilimento, che altrimenti rischia di avere problemi strutturali".

Laura Guerra