Stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagno. Sono le accuse alle quali deve rispondere Amanda Guidi, la 31enne già condannata in primo grado a ventidue anni di reclusione per l’omicidio del figlioletto di un anno, soffocato nel lettone della propria camera da letto. I nuovi guai per Guidi sono iniziati l’estate scorsa, quando fu arrestata insieme all’attuale fidanzato, il sessantenne Romano Maccagnani, per aver perseguitato e malmenato un uomo con cui in passato aveva intrecciato una relazione sentimentale.
La donna, dopo essersi vista rigettare le richieste di scarcerazione nell’agosto dell’anno scorso, ora è stata liberata ma con divieto di dimora a Portomaggiore. "Come sostenuto all’udienza di convalida – così gli avvocati Marcello Rambaldi e Alessio Lambertini –, il tribunale, a seguito delle deposizioni del 28 gennaio, ha ritenuto non sussistente l’esigenza cautelare per il reato di stalking mantenendo unicamente il divieto di dimora solo in riferimento al reato di lesioni".