FERRARA
Tra il classico e il moderno. La stagione di Prosa del Teatro Comunale di Ferrara inizia questa sera, con ’La locandiera’ di Goldoni. Sarà una stagione importante, con ben 30 titoli e nomi di rilievo. Soddisfazione e aspettative, stando alle parole del direttore artistico, Marcello Corvino, sono comprensibilmente alte.
Marcello Corvino, riprenderete da dove avete lasciato, con il nuovo direttore generale Carlo Bergamasco?
"Il teatro è strutturato per continuare il suo cammino intrapreso in questi anni: un cammino importante, con numeri a tratti esaltanti. Credo che questo nuovo assetto metta il teatro in una condizione di fare ancora meglio. Oggi iniziamo la nuova Stagione di Prosa, con un numero di abbonati superiore a quello dello scorso anno: le scelte della nuova governance sono premiate dal pubblico".
Che linea avete seguito per il cartellone di Prosa?
"È una cifra stilistica tipica delle mie direzioni artistiche, anche precedenti all’esperienza ferrarese. La mia idea è di offrire un panorama ampio e linguaggi differenti. Seguiamo cinque filoni. In primis, la valorizzazione del nostro patrimonio e delle nostre radici culturali, con i grandi autori del passato; poi, abbiamo i grandi romanzi, gli autori contemporanei, gli spettacoli che incontrano la musica e i grandi solisti".
Facciamo qualche esempio.
"Possiamo parlare di Anna Karenina, di Moby Dick, dell’Odissea, raccontata da Andrea Pennacchi. E ancora, avremo Shakespeare, ‘Antonio e Cleopatra’, e dedicheremo molto a Pirandello. Questa sera, iniziamo la stagione con Goldoni e ’La locandiera’, interpretata da Sonia Bergamasco. Allo stesso tempo, avremo i contemporanei, come ‘La madre di Eva’ di Silvia Ferreri, ‘Olivia Denaro’ di Viola Ardone o lo stesso Fantozzi, interpretato da Gianni Fantoni. Per non parlare dei solisti: Paolo Crepet, Elio, Federico Buffa…".
Come ha detto, Pirandello è molto presente, a partire dalla prima nazionale di Michele Placido (presidente della Fondazione del teatro), ‘Pirandello. Trilogia di un visionario’.
"È un nostro motivo di orgoglio. Questi progetti ci pongono all’attenzione nazionale. È un nostro grande obiettivo: attrarre pubblico da fuori Ferrara. Per il debutto dell’opera di Placido, mi immagino di ricevere a Ferrara i direttori dei grandi teatri italiani. Già con l’Orlando furioso sono venuti giornalisti da tutta Europa. Fa parte di una doppia strategia: attrarre il pubblico ferrarese, ma con un occhio rivolto all’esterno. Per esempio, siamo riusciti ad avere la compagnia berlinese Familie Flöz, che fa un tipo di teatro basato sulla clownerie, il mimo, la magia… una porta aperta sul teatro internazionale".
Balza all’occhio la presenza in cartellone di Moni Ovadia, con Moby Dick.
"È uno degli attori e degli uomini di cultura di riferimento di questo paese, che interpreta uno dei libri di riferimento della letteratura mondiale. Gli anni di Moni Ovadia alla guida del Teatro Comunale di Ferrara sono stati caratterizzati da numeri e risultati importanti. È sempre il benvenuto, anche se è cambiata la direzione del teatro".
Una piccola medaglia è l’aver riportato i giovani a teatro.
"Abbiamo investito tempo e denaro per aprirci a un nuovo pubblico. Da quando sono arrivato a Ferrara, vado nei licei cittadini per fare trasmissioni con i ragazzi, con lo scopo di farli venire a teatro. Funziona: si sentono coinvolti. Molti di loro ormai sono all’università, ma sono tornati, per assistere agli spettacoli, per fare stage o addirittura audizioni, per lavorare qui".
Come si costruisce una stagione con 30 titoli?
"Nel 2020, superato il Covid, abbiamo fatto un patto coi lavoratori e col sindacato, per migliorare la posizione dei troppi contratti stagionali che avevamo. Per un piano così grande, ci vuole un aumento del fatturato del teatro. Siamo passati dai 576mila euro del 2019, come fatturato in termini di biglietti venduti, a quasi un milione di euro nel 2023. L’auspicio è che nel 2024 si possa superare il milione di fatturato. L’accordo è stato: aumentiamo la produzione e miglioriamo la condizione dei lavoratori in teatro, facendoli lavorare di più e trasformando i contratti in indeterminati. I lavoratori e il sindacato ci hanno seguiti. Gli incassi aumentano e così possiamo migliorare la condizione dei nostri lavoratori. Un grande patto: grandi risultati".
Francesco Franchella