CRISTINA RUFINI;
Cronaca

Stadio, lavori di adeguamento In quattro a processo per frode Un tecnico per falsità ideologica

A quasi 4 anni dal primo sequestro del Mazza, ieri il giudice Migliorelli ha sentenziato cinque rinvii a giudizio, due ’proscioglimenti’ e 2 assoluzioni per "non aver commesso il fatto".

Stadio, lavori di adeguamento In quattro a processo per frode Un tecnico per falsità ideologica

di Cristina Rufini

Quasi quattro anni dopo il primo sequestro dello stadio, eseguito a luglio 2019, arriva il rinvio a giudizio di cinque dei nove imputati dell’inchiesta sui lavori di adeguamento e di messa in sicurezza del Mazza. A processo, che si aprirà il 3 ottobre prossimo, vanno Giuseppe Tassi, Lorenzo Travagli, Domenico Di Puorto, Adelino Sebastianutti e Fabrizio Chiogna. Prosciolti e assolti, ieri, dal giudice dell’udienza preliminare Giampaolo Lunardelli, Lucio Coccolo, Claudio Di Sarno e Alessio Colombi. E’ il primo punto fermo messo su un’indagine complessa, perché molto tecnica, coordinata dal pubblico ministero Barbara Cavallo. È questa la decisione presa dal giudice dell’udienza preliminare Andrea Migliorelli, che ha messo la parola fine alla fase preliminare delle indagini sullo stadio Mazza. Da ottobre prossimo inizia il processo pubblico, dove saranno ripercorse molte delle tappe già affrontate in questi quattro anni. A cominciare dai due sequestri eseguiti dai militari della Guardia di finanza a luglio del 2019 e ad agosto del 2021.

Accuse. Frode in forniture pubbliche e falsità ideologica in atto pubblico sono le due contestazioni su cui si è mossa la procura di Ferrara per appurare la bontà dei lavori eseguiti nell’ambito dell’appalto tra la Spal 2013 Srl (società concessionaria della gestione e dell’uso dello stazio comunale di Ferrara) e l’amministrazione comunale di Ferrara, proprietaria dell’immobile. Lavori e indagini che hanno riguardato la Tribuna nord e la curva est del Mazza. Per frode sono rimasti imputati Giuseppe Tassi (avvocato Giulio Garuti) in quanto legale rappresentante della Tassi Gruop, impresa appaltatrice e incaricata delle opere di fondazione, di montaggio e di installazione delle strutture metalliche di copertura della Tribuna nord, nonché materiale esecutrice dei lavori di realizzazione della parte est della struttura; Lorenzo Travagli (avvocato Vincenzo Bellitti), in qualità di progettista e direttore dei lavori; Domenico Di Puorto (avvocati Cosimo Zaccaria e Tommaso Rotella) in qualità di amministratore di fatto della Gielle srl e Adelino Sebastianutti (avvocato Giampaolo Verna) in qualità di amministratore di fatto della P.M.Group srl, entrambe imprese subappaltatrici. Mentre Fabrizio Chiogna (avvocato Vincenzo Bellitti) è finito a processo per falsità ideologica in atto pubblico, perché incaricato di collaudare i lavori di nuova costruzione della curva est dello stadio, il quale, nel certificato di collaudo statico avrebbe "attestato falsamente l’esito positivo, essendo la struttura non conferme al progetto e alla norme tecniche per le costruzioni...e avendo previsto prove di carico con modalità non coerenti con le norme tecniche per le costruzioni".

Proscioglimenti. Quattro gli imputati che, invece, dopo quattro anni sono usciti dall’inchiesta per disposizione del giudice Migliorelli: Alessio Colombi (avvocato Alberto Bova), che era finito nell’inchiesta in quanto collaudatore dei lavori della nuova struttura di copertura e adeguamento sismico della tribuna nord e Claudio Di Sarno (avvocati Angelo Piunno e Franco Caniato), nella sua qualità di legale rappresentante della Di Sarno engineering&construction. Per entrambi, nella precedente udienza di gennaio, lo stesso pm aveva chiesto il non luogo a procedere. Il giudice, oltre ad accogliere le due richieste di proscioglimento, sentenziando il non luogo a procedere, ieri, ha anche assolto dalle accuse Giampaolo Lunardelli (avvocati Gianluca Liut e Ilaria Giraldo) e Lucio Coccolo (avvocato Francesco Como), rispettivamente legale rappresentante della Gielle (impresa formalmente subappaltatrice della Tassi Group) e legale rappresentante della P.M. Group srl. Entrambi assolti "per non avere commesso il fatto".