MARIO BOVENZI
Cronaca

Spiagge, la proroga divide i balneari: "Un’occasione". "No, tradimento"

Il decreto del governo sposta al 2027 la data dei bandi, frammentato il fronte delle associazioni di categoria. Cna: "Segnale positivo, dobbiamo saperlo cogliere". Il Sib pronto a protestare: "Testo da cambiare".

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"Gli indennizzi? Una presa di tabacco", boccia senza mezzi termini il decreto del governo sulle concessioni balneari Giuseppe Carli, presidente della coop stabilimenti balneari di Porto Garibaldi, responsabile del Sib (Sindacato italiano balneari). "Ci espropriano il nostro lavoro, i nostri diritti. Ci costringono a rifarci una vita. Se non verranno apportate modifiche sostanziali siamo pronti a protestare, ci sentiamo traditi. Il prossimo anno per quanto ci riguarda la stagione non partirà. Con tutte le ricadute negative sul settore". Ma c’è chi invece accoglie con soddisfazione il provvedimento sulle concessioni marittime, che stabilisce una proroga fino al 30 settembre del 2027, in attesa delle nuove gare da bandire entro giugno 2027. Il testo stabilisce anche un indennizzo per i gestori ’uscenti’. A promuovere la bozza è Nicola Ghedini, Cna Balneari, titolare dello stabilimento Kursal. "Si tratta di un’opportunità per il nostro settore, è la prima volta che l’Europa si dice favorevole. Ci sono tre anni di tempo durante i quali possiamo lavorare. Poi ci sono 60 giorni per portare al tavolo proposte migliorative della bozza, proposte per garantire il futuro degli stabilimenti. Tra l’altro abbiamo anche un altro grande vantaggio. Il Comune di Comacchio ha dimostrato sempre, in ogni occasione, di essere dalla nostra parte. Ripeto si tratta di una grande possibilità che il governo ci ha dato, dobbiamo saperla sfruttare. E’, lo ribadisco, un segnale positivo". Nicola Spinabelli, presidente di Cesb, consorzio stabilimenti balneari dei Lidi Estensi e Spina, è invece nella schiera dei contrari. Anche se la sua posizione è un po’ più aperta rispetto a quella di Carli. Dice: "Non siamo certamente contenti. La nostra speranza, l’auspicio era che si arrivasse finalmente a chiudere questa vicenda, scongiurando che i nostri stabilimenti, strutture che rappresentano sacrifici di anni, andassero all’asta. Non è stato così, abbiamo tre anni di respiro ma tre anni alla fine sono pochi". Poi lo spiraglio. "A denti stretti ci rimboccheremo le maniche per portare proposte costruttive e riuscire a modificare gli aspetti più negativi. Un lato positivo c’è, dopo il caos che ha regnato per tutti questi anni almeno è stata tracciata una cornice, finalmente abbiamo un’idea precisa del campo di gioco".

"Il provvedimento del Consiglio dei ministri non ci soddisfa perché prevede la messa a gara delle aziende – affermano Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe Confcommercio, e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti –. Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere iniziative sindacali. Registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli enti concedenti (Regioni e Comuni), che esercitano, da decenni, le funzioni amministrative in materia". "Le bugie del governo sono state smascherate. Per due anni hanno alimentato le false speranze dei balneari e ora l’inganno è sotto gli occhi di tutti. Le gare per le concessioni si faranno, si devono fare, ed è tutto scritto nero su bianco nel ddl approvato dal Consiglio dei Ministri", dice l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini.