Da una parte una perizia psichiatrica, dall’altra accertamenti tecnici per cristallizzare il quadro accusatorio. Sono le ultime mosse della procura nell’ambito delle indagini sulla sparatoria di piazzetta Schiatti, fatto di sangue del quale è accusato il dipendente comunale 56enne Michele Cazzanti. Quest’ultimo, secondo le accuse, avrebbe aspettato il collega sessantenne Roberto Gregnanini all’angolo tra via Boccaleone e piazzetta Schiatti per poi scaricargli addosso la propria Glock. Gregnanini è stato raggiunto all’addome da un colpo e, dalla mattina del 3 marzo, si trova ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Cona. Cazzanti, difeso dall’avvocato Fabio Anselmo, dopo essere stato fermato vicino a Cremona è stato portato nel carcere dell’Arginone. Nelle scorse ore, il pubblico ministero Isabella Cavallari ha chiesto una consulenza psichiatrica sull’indagato. Oltre a ciò, sono stati disposti accertamenti tecnici (affidati al Ris) riguardanti eventuali tracce riconducibili allo sparo addosso a Cazzanti e di natura ematica o biologica sulla vettura usata per allontanarsi da Ferrara. Al contempo, la difesa dell’indagato ha ottenuto l’autorizzazione per far visitare il 56enne dal proprio consulente. L’incontro servirà a valutare la storia clinica di Cazzanti, la sua pericolosità e le sue condizioni a oggi.
Mentre le indagini fanno il loro corso, Gregnanini continua la sua lotta per la vita in un letto dell’ospedale di Cona. Sottoposto a diverse operazioni chirurgiche, le sue condizioni avevano inizialmente registrato un lieve miglioramento, pur rimanendo molto gravi. I medici, a due mesi dai fatti, continuano a mantenere la prognosi riservata.
f. m.