
Da Carpi a Pineto, 60 giorni che hanno fatto precipitare la squadra a un passo dal baratro: una vittoria, un pareggio e otto sconfitte
Da Carpi a Pineto, due mesi da incubo che hanno fatto precipitare la Spal a un passo dal baratro. Pur senza brillare, anzi destando sempre mille perplessità, tra metà dicembre e metà gennaio i biancazzurri avevano inanellato una striscia di cinque risultati utili di fila (una vittoria e quattro pareggi) che forse hanno indotto la società di via Copparo a pensare che in qualche modo la salvezza sarebbe stata centrata senza compiere troppi sacrifici nel mercato di riparazione che in quel momento era nel vivo. Un grave errore, perché i difetti della squadra che erano già noti dall‘inizio della stagione sono esplosi all‘ennesima potenza nelle ultime 10 giornate di campionato, quando dal Cabassi al Pavone-Mariani – due campi di provincia sui quali i biancazzurri dovrebbero dominare – la squadra guidata prima da Dossena e poi da Baldini ha raccolto soltanto le briciole. E adesso sono in molti a guardare con preoccupazione il risicato margine sull‘ultimo posto in classifica. Già, perché nel periodo in questione è la Spal a essere nettamente fanalino di coda del torneo, con la miseria di quattro punti racimolati in 10 partite. Una media horror di 0,4 con un bilancio di una vittoria (contro la Pianese), un pareggio (contro il Pescara) e addirittura otto sconfitte. In questi due mesi i biancazzurri hanno perso punti da tutte le dirette concorrenti: la Lucchese ne ha conquistati addirittura 16 (+12 sulla Spal, anche se poi la pesante penalizzazione l‘ha parzialmente affossata), Carpi e Pontedera 14, Perugia, Gubbio e Campobasso 13, Legnago Salus e Ascoli 10, Sestri Levante 9 e Milan Futuro 6. Già, pure i giovani rossoneri – capaci di vincere praticamente solo contro Antenucci e compagni – sono riusciti a fare meglio, seppur di stretta misura. Tutti gli indicatori sono da allarme rosso, perché oltre ad essere la squadra che ha ottenuto meno punti, nelle ultime 10 giornate la Spal è anche quella che ha il peggior attacco e la difesa più battuta (sette gol all‘attivo e addirittura 19 al passivo). È un trend che mette letteralmente i brividi quello degli ultimi due mesi, quando una situazione complicata ma non ancora drammatica è stata sottovalutata, e adesso se ne pagano le conseguenze. Salvare la categoria è ancora possibile, anzi mantenere la Spal tra i professionisti è doveroso, ma adesso la strada è tremendamente in salita. E nel popolo biancazzurro il partito dei pessimisti in questo momento purtroppo ha la maggioranza assoluta.
Stefano Manfredini