Sono passati circa quattro mesi dal ricorso – poi respinto dalla Corte federale d’Appello – presentato dalla Spal con l’obiettivo di ridurre la penalizzazione di tre punti in classifica. Per il club biancazzurro è ancora tempo di ricorsi, stavolta al Collegio di Garanzia dello Sport contro la Lega Nazionale Professionisti Serie A (LNPA), puntando il dito contro il sistema di distribuzione dei proventi che fanno riferimento alla transazione con Mediapro, sui diritti audiovisivi del campionato di serie A per il triennio 2018-2021. Ricordiamo che in quel periodo la Spal ha giocato nel massimo torneo del calcio italiano nelle stagioni 2018-19 e 2019-20. Oltre alla società di via Copparo, contestano le regole del gioco anche Parma e Crotone che hanno presentato un analogo ricorso per fare valere i propri diritti.
Ma qual è l’oggetto del contendere? La Spal – così come Parma e Crotone – si considera danneggiata dalla decisione della Lega Nazionale Professionisti Serie A di procedere alla distribuzione dei fondi di Mediapro esclusivamente ai club che militavano nel massimo campionato nella stagione 2021-22. Quindi estromettendo dai giochi la Spal, retrocessa in cadetteria al termine della stagione 2019-20. Attraverso il ricorso, la società biancazzurra quindi chiede al Collegio di Garanzia di cancellare le decisioni della Corte Federale d’Appello e del Tribunale Federale Nazionale della Federcalcio facendo leva sul diritto a ricevere una somma adeguata in funzione della partecipazione della Spal al campionato di A nelle stagioni di riferimento. Nello specifico, la società di via Copparo intende fare valere il proprio diritto a ricevere la propria quota della somma che la Lega ha ottenuto attraverso la transazione con Mediapro, condannandola al pagamento della somma e degli interessi. Viene chiesto anche l’annullamento delle decisioni prese nei precedenti gradi di giudizio rimettendo gli atti all’organo competente della Federcalcio. La Spal aspetta con fiducia l’esito del ricorso, preferendo al momento mantenere la bocca cucita su una vicenda che può avere ripercussioni significative sui rapporti tra club di categorie diverse, con tanti soldi derivanti dai diritti audiovisivi in ballo. Non resta che attendere il lavoro del Collegio di Garanzia dello Sport, chiamato a esaminare i ricorsi ed emettere il proprio verdetto.
Stefano Manfredini