Sos manodopera a Ferrara: mancano le braccianti. “E così noi le andiamo a prendere in corriera”

Colosso della frutta si rivolge ad agenzia di trasporti per risolvere il problema “I mezzi partono per la provincia di Modena e portano qui le operaie”

Stefano Zampini di Afe Frutticoltori

Donne al lavoro nello stabilimento dell’Associazione frutticoltori estense Afe Sopra, Mimma La Valle al volante dell’impresa di trasporto che porta il suo nome A sinistra, Stefano Zampini di Afe

Ferrara, 26 giugno 2024 – Può suonare un po’ retorico, non sempre è così. Se la montagna non va da Maometto, allora Maometto andrà alla montagna.

Qui non si parla di montagne e di profeti – magari di persone con uno sguardo lungimirante, questo sì – ma di campagne e dei suoi frutti. E’ il settore primario, la più grande industria a cielo aperto della provincia. Industria che da anni lotta per la mancanza di personale. E’ un campo nel quale Mauro Grossi vanta una notevole esperienza, classe 1960, di Bondeno paese dove vive gente abituata a rimboccarsi le maniche, è impegnato da una vita nel settore agricolo e ortofrutticolo.

E allora che fare? La manodopera un bene sempre più raro, i ragazzi che voltano le spalle ai filari per una consolle. Così lui ha pensato di andarsela a prendere. Al timone dell’Associazione frutticoltori estense Afe, in via Bologna, noleggia una corriera, grazie anche all’impresa La Valle, dove salgono operaie della provincia di Modena direzione Ferrara. “Sono donne, tutte specializzate. Quando lì termina la raccolta della pera e da noi parte quella del kiwi facciamo questi viaggi, le portiamo nel nostro stabilimento. Così risolviamo anche quello che è uno dei problemi della raccolta in campagna, la mancanza di continuità nelle giornate di lavoro. In questo modo vengono impiegate per un bel po’ di mesi. E per noi è un grande vantaggio”.

Mentre la Rete del lavoro agricolo di qualità, cabina di regia istituita dall’Inps con prefettura, Provincia, associazioni di categoria, i sindacati e i comuni mette sul tavolo idee con l’obiettivo di creare linee di trasporto gratuite per i braccianti – il trasporto è una delle porte dalla quale entrano i caporali – loro non perdono tempo.

“Si tratta – spiega Grossi, presidente del consorzio di tutela della pera Emilia Romagna Igp, a capo dell’associazione frutticoltori estense realtà forte di 600 produttori – di un accordo che ha tutti i crismi, che è stato fatto con i sindacati”. L’associazione – i prodotti albicocche, fragole, kiwi, mele, pere, pesche e nettarine, susine – è frutto di un’idea di Luigi Salvi. “E’ stato un pioniere in questo settore”, il ricordo di Grossi. “Portiamo i dipendenti agricoli negli stabilimenti ed anche nei campi. Un’organizzazione piuttosto complessa”, dice Mimma La Valle al volante dell’impresa di trasporto che ha il suo nome, direttore generale Paolo Pastorello. Cento sono i dipendenti, a ingranare la marcia il 30% di donne. Che accolgono con un sorriso le braccianti, il cappello di paglia solo un ricordo in un’agricoltura sempre più 4.0.