"L’autorizzo a scrivere, anche nel titolo e in grassetto, che sono un coglione. Non tema querele, sono il primo a dirmelo". Luca Caprini (nella foto), protagonista dell’ennesima bufera social che coinvolge un esponente della Lega, non usa giri di parole.
Stando al suo ‘like’, sembra aver apprezzato il riferimento ai forni crematori.
"E invece io ho messo il mio ‘mi piace’ solo perchè conosco Franco, l’autore, è un amico e un bravo gommista. Mi crede se le dico che non ho neppure letto quello che aveva scritto?".
Un ‘like’ a prescindere, come direbbe Totò, o per usare una prassi ora in voga nel mondo politico, all’insaputa?
"Un errore madornale, sono il primo a dirlo. Quando mi è stato fatto notare, mi sono reso conto che è un’affermazione infame e indegna, e non solo ho subito cancellato il mio ‘like’, ma mi sono anche tolto da Facebook".
Prima di entrare in Consiglio comunale con la Lega, lei era stato anche candidato dell’Udc. Ora che fa, indulge in tentazioni, magari inconsce, di stampo hitleriano?
"Non scherziamo, chi mi conosce sa bene che quelle cose mi fanno orrore, come uomo, come esponente delle forze dell’ordine e, ora, delle istituzioni. Ho commesso una gravissima leggerezza, ma non sono un sostenitore della violenza. E in Consiglio sono entrato come indipendente nella Lega, non perché fedelissimo di ‘Naomo’ Lodi o fan di Solaroli, cui la Ferraresi mi ha subito accostato, ma perché sono vicino alle posizioni di Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, in grande sintonia con Salvini".
Da esponente delle forze dell’ordine e fautore della legge sa però che chi sbaglia, in teoria, paga.
"Se mi dovessero chiamare i miei superiori, o lo stesso capo della Polizia Gabrielli, giustificherò il mio operato, sperando però che valga anche il mio pregresso. Non credo che si possa arrivare a 57 anni e, per una leggerezza, ritrovarsi in guai grossi".
Dopo il caso Solaroli, converrà che forse viene qualche pensiero sull’utilizzo dei social da parte dei leghisti.
"Le ricordo che io sono indipendente, e rispetto a Solaroli ho agito inconsapevolmente".
Stefano Lolli