NICOLA BIANCHI
Cronaca

Il sogno di Adriana, a 91 anni incide un disco: “La mia voce per sempre”

Ferrara: la casa di riposo le ha regalato una sessione in studio

Ferrara, 9 gennaio 2025 – Appello a Carlo Conti: se a Sanremo mancasse un superospite, si appunti questo nome, Adriana Rendesi e guardi il video della ’sua’ canzone appena incisa. Chi è Adriana? Una nonnina sprint, 91 anni (“quasi 92, lo scriva...”) dal ciuffo viola (“l’ha fatto la mia adorata figlia Giovanna”), che fin da bambina balla tip tap e canta. “Vuole sentirmi?”. Certo che sì.

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Adriana Rendesi in sala registrazione e, sotto, mentre balla ai Buskers. Nel nostro sito, la sua canzone

Le sue stanze-appartamento, incastonate nella casa per anziani Betlem, cinque minuti a piedi dal centro di Ferrara, si colorano di magia quando parte la sua voce e le braccia si muovono dolcemente: sola me ne vò per la città, passo tra la folla che non sa... Cercando te, sognando te, che più non ho. “In cerca di te, di Natalino Otto, la conosce?”, domanda divertita. Versi che il 12 dicembre ha inciso su un file audio. “Dentro una vera sala di registrazioni. Una sorpresa dello staff del Betlem”. Grazie al progetto ’Ho un sogno’. “Abbiamo chiesto ai nostri ospiti – spiega Roberto Vannini, responsabile della struttura – quale fosse il loro, cercando di realizzarlo”. Adriana non ci ha pensato un attimo: “Volevo lasciare per sempre la mia voce a mia figlia con una canzone”. Tre le scelte: Diana di Paul Anka, Bellezza in bicicletta e, appunto, In cerca di te. “La canzone dell’amore”.

Quella che le riporta Mario. “Il mio Mario da Voghiera”. Conosciuto una sera in una balera ferrarese. “Ci andai con il primo fidanzato, Pierluigi. Mario mi invitò a ballare, fu amore a prima vista. Non ci siamo più lasciati”. Una relazione nata nelle difficoltà, con in mezzo cinque anni di silenzi. Lei, ligure di nascita, mamma napoletana e papà italoamericano, da Genova arrivò a Voghiera “al tempo del fascio”. Ma quando il padre morì, rientrò in Liguria per prendere il suo posto “sulle grandi navi Costa per aiutare la famiglia”. E su quei bestioni galleggianti, faceva di tutto: “Stiravo, ero cameriera e la sera i responsabili mi domandavano se avessi voglia di intrattenere il pubblico”. Ballando e cantando. La musica è nel sangue di Adriana che canta e balla sempre, pure negli anni bui della Seconda guerra dove “correvamo nei rifugi per salvarci”.

Mario, si diceva. Succede che un pomeriggio a casa di Adriana squilla il telefono: “Pronto, sono Mario”. “Mario chi?, risposi incredula. Gli domandai subito se fosse sposato. Mi chiese di me, dissi che avevo navigato per 5 anni, riferendomi al lavoro sulle navi. Intese altro e non la prese bene...”. Tre mesi dopo le nozze. “Un marito meraviglioso, mi dedicò una delle sue poesie: Un amor che mai sostituirei”. Gli occhi si bagnano, in mente torna la loro canzone, Till di Caterina Valente: “Mi guardava negli occhi e... finché il mondo sarà, ogni cosa potrà dirti che sono tua. È mancato sei anni fa”. Ma ora è tempo di sorrisi, di ricordi “di una vita meravigliosa”, da Trinidad, “dove ballai con un ballerino incredibile”, all’Australia. Mancava l’ultimo tassello. In sala prove. Sì, anche Natalino Otto oggi sarebbe fiero di Adriana.