Soccorso aereo, il nuovo approccio: "Più efficace nell’aiutare i disabili"

Il soccorso aereo si evolve per includere disabili non motori, con focus sull'addestramento e la consapevolezza degli operatori.

Soccorso aereo, il nuovo approccio: "Più efficace nell’aiutare i disabili"

Soccorso aereo, il nuovo approccio: "Più efficace nell’aiutare i disabili"

Un cambio di paradigma importante nel soccorso aereo: se fino ad ora il portatore di disabilità era stato assimilato ad un ferito, questo approccio è destinato a tramontare. Era forse inusuale per gli addetti ai lavori pensare al disabile non motorio quale destinatario di un intervento di salvataggio, ma si tratta di possibilità che non solo devono essere prese in considerazione, ma che soprattutto necessitano di un approccio specifico, tanto nell’ambito della comunicazione che in quello dei comportamenti da adottare in emergenza. Per questo motivo, con la Tavola Rotonda organizzata dal COA e dal Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare si è voluto iniziare a tracciare una rotta nella direzione di una maggiore consapevolezza (in primis degli operatori stessi del soccorso aereo), ed in secondo luogo di una maggiore condivisione sull’argomento, favorendo il coinvolgimento di altri soggetti e realtà operanti nel settore della cura della persona/paziente disabile non motorio. Ciò ha evidenziato la capacità del Coa di raccogliere energie positive attorno ad un argomento attuale di grande responsabilità sociale, che mette tutti d’accordo fornendo "uno strumento in più, per salvare una vita in più". Motori dell’iniziativa sono stati il Rescue Coordination Centre (RCC) del Comando Operazioni Aerospaziali e il Centro di Psicologia del Servizio Sanitario dell’Aeronautica Militare, che hanno avuto il merito di avanzare una prima proposta di accorgimenti mirati, con lo scopo di prevedere un focus particolare all’interno dell’addestramento degli aerosoccorritori dell’Aeronautica Militare. Una serie di elementi pratici e di riflessioni teoriche che sono stati messi a disposizione del dibattito e che si cercherà di inserire in un meccanismo virtuoso di miglioramento continuo che interessi i soggetti più fragili, portatori di quelle disabilità "invisibili", e i loro caregiver. L’impegno assunto è quello di partire da queste indicazioni operative ed implementare moduli di addestramento dedicati per chi è chiamato ad effettuare i soccorsi. Non solo, ma si è deciso di inserire nelle esercitazioni anche degli scenari che simulino il soccorso a persone con tali tipi di disabilità.