MARIO BOVENZI
Cronaca

Sfilano i trattori dell’orgoglio: "I nostri figli, speranza dei campi. Noi, primi custodi dell’ambiente"

Festa del ringraziamento, Coldiretti conquista il sagrato del Duomo. Tante famiglie con i bambini "Alluvione, pronti a rialzarci". Tra i nodi la mancanza di personale: "Giovani, fatevi avanti".

Sfilano i trattori dell’orgoglio: "I nostri figli, speranza dei campi. Noi, primi custodi dell’ambiente"

Festa del ringraziamento, Coldiretti conquista il sagrato del Duomo. Tante famiglie con i bambini "Alluvione, pronti a rialzarci". Tra i nodi la mancanza di personale: "Giovani, fatevi avanti".

Il futuro si chiama Christian ("Christian con la acca", precisa la madre) e ha quattro anni. Un bel sorriso, si arrampica sulla ruota di un New Holland, gigante 4.0 dei campi parcheggiato nel sagrato del duomo. "E’ abituato, non cade", dice ancora Jessica Ruffoni, la madre, che l’aiuta. E lui si guarda attorno, le bandiere gialle di Coldiretti, la banda di Voghenza che suona, tutti quei trattori come non aveva visto mai. "Non sappiano ancora se seguirà i nostri passi, è sicuro che il lavoro in campagna non manca. Il futuro sono loro, i bambini", dice Federico Grego, il papà, al timone di un’impresa agricola, i campi a Cona, cereali e il verde della medica a disegnare il profilo dei terreni nella pianura che si perde, là in fondo la città, Ferrara.

Domenica del ringraziamento, giorni dell’orgoglio per Coldiretti, il direttore Alessandro Visotti sorride soddisfatto. Hanno regalato alla città una festa, tra i sapori a chilometro zero, cassette di frutta, bancarelle, il luccichio dei vetri delle cabine nel sole che all’improvviso ’buca’ la nebbia, quasi a salutare anche lui gli agricoltori arrivati in città. "Cari agricoltori, cari fratelli e sorelle, in questa domenica le Chiese in Italia celebrano la giornata del ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro umano, con a tema un motivo di speranza: l’impegno ’per un’agricoltura più sostenibile’", così comincia l’omelia del vescovo Gian Carlo Perego dall’altare del Duomo, tra i banchi imprenditori che ogni giorno – gli stivali ai piedi, con il satellitare tra i solchi – di quella terra sono paladini, custodi. "Senza di noi, senza il nostro lavoro, abbiamo visto quali disastri si verificano. Siamo noi a proteggere l’ambiente", scandisce le parole, lo sguardo fiero, Filippo Pallara, 32 anni, vicepresidente Coldiretti, la campagna alle porte di Ferrara, nella frazione di San Martino. "Le nostre aziende sono state colpite dall’alluvione, un nostro agriturismo a Campotto è rimasto per dieci giorni sott’acqua. Ingenti i danni, ma ci siamo rimboccati le maniche per ripartire. Nei momenti più difficili viene alla luce il carattere degli agricoltori, pronti a sacrificarsi, noi viviamo di lavoro". "La creazione è il dono – ricordano i vescovi italiani nel loro messaggio, ancora le parole di Perego, davanti a lui a dominare è il colore giallo delle casacche, come il grano –. Dobbiamo ringraziare per quanto abbiamo ereditato e comprendere quanto questo sia prezioso, soprattutto di fronte agli effetti drammatici della crisi ecologica’, di cui abbiamo avuto un esempio grave in Spagna nelle scorse settimane, con decine di vittime, ma anche nella nostra Regione". Eventi climatici estremi, il tempo che tradisce. "Oggi fare agricoltura vuol dire affrontare queste sfide, coltivare la terra diventa un’impresa sempre più difficile. Ma noi crediamo nella forza della campagna, Coldiretti ci crede", interviene ancora Pallara. Ci crede anche Grego, sicuramente ci spera che un giorno suo figlio prenda le redini dell’azienda. "Certo il clima non ci sta aiutando, non ci dà una mano. E’ una lotta trovare personale, ragazzi che vogliano lavorare i campi. E senza persone, senza forze nuove non si fa niente. Ma tra i filari il futuro è garantito, il futuro di un paese". E indica i bambini. C’è un ragazzetto biondo, ha sul giubbotto uno scudetto. "No, non è quello del Milan". Sono i colori della Portuense. Da quelle parti una fede, come i campi.