REDAZIONE FERRARA

"Se entri nel cuore non puoi farlo a pezzi"

Frasi sibilline e ricorrenti negli ultimi mesi. Anche un lupo col muso insanguinato: "Se mi rialzo ti distruggo"

"Abbiate cura quando entrate nel cuore di qualcuno, questo non vi dà il diritto di farlo a pezzi". Sigmund Freud è morto troppo presto per poter analizzare i social, ma la psicologia spicciola permette – navigando in Facebook – di trovare qualche suggestione nella vicenda che riguarda l’ormai ex consigliera leghista Rossella Arquà. Post su post che, parallelamente all’arrivo delle lettere minatorie al vicesindaco Nicola Lodi, indicando una qualche forma di livore crescente, anche se non direttamente indirizzato a ’Naomo’. Ma i messaggi su Facebook sono comunque emblematici: "Sai, non esiste un interruttore per spegnere il bene che si prova per qualcuno", si legge il 6 giugno. Il giorno prima, l’immagine di Lucy dei Peanuts e un altro post sibillino: "Una donna non fa rumore quando se ne va. Lo ha fatto prima, quando voleva rimanere ma non te ne sei accorto". Frasi e immagini prese in prestito nella rete, perché del suo la Arquà non scrive nulla. Ma tra le immagini del sindaco Alan Fabbri, di Matteo Salvini (che campeggia nella foto profilo dell’ex consigliera), e di Lodi in vari contesti, tutte riferibili a contenuti di carattere politico, appaiono altri post ’subliminali’. L’ultimo, del 9 giugno, dice: "Quando una persona ti delude è brutto, ma quando non capisce il male che ti ha fatto è peggio". In questo caso lo sfondo è di una giornata uggiosa.

Ben più corruschi quelli scelti per alcuni post di maggio; in uno, troneggia Anthony Hopkins nei panni di Hannibal Lecter. "Ci sono quelle persone che credono di conoscerti molto bene. Ma non sanno che hanno visto solo ciò che tu gli hai permesso di vedere". Stesso giorno, il 13 maggio: l’immagine è di un lupo con le zanne e le zampe che grondano sangue. "Se mi devi colpire fallo bene, perché se mi alzo ti distruggo!". Pochi o nessun like, e il dubbio si chi sia che doveva capire il sottinteso.

s. l.