"Morto per asfissia meccanica", soffocato con un sacchetto di plastica o una sciarpa, comunque qualcosa di morbido, scelto perché non lasciasse segni. Così è morto Donato Denis Bergamini. Ma a questo verità scientifica, su cui si è basata la terza riapertura delle indagini nel 2017, quella che ha portato al processo davanti alla Corte di Appello di Cosenza che sta per concludersi, ci siamo arrivati molti, troppi, anni dopo e solo perché la famiglia di Denis, papà Domizio e la sorella Donata non si sono arresi. Fin dalle ore successive al loro arrivo a Cosenza, dopo essere stati informati della morte di Denis, hanno cominciato a nutrire dubbi sulla ricostruzione ufficiale, o quantomeno a notare incongruenze che si sono fortificate nel corso dei giorni successivi, dei mesi e negli anni trasformandosi in dubbi e poi in certezza dell’omicidio.
CronacaOmicidio Bergamini: le tappe di un giallo lungo 35 anni