Tra meno di due mesi sarà il 35esimo anniversario della morte di Donato Denis Bergamini, ucciso a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, il 18 novembre 1989, a soli 27 anni, compiuti esattamente due mesi prima. Prima di allora ci sarà il verdetto della Corte di Assise di Cosenza: sapremo se la ex fidanzata Isabella Internò, oggi 55 anni, sarà condannata o meno per quel delitto di cui è l’unica imputata, in concorso con ignoti. È da allora, da quel maledetto, piovigginoso sabato di novembre, che lui e la sua famiglia attendono giustizia. Quel corpo disteso sul bordo della strada statale Jonica, con una coperta che a malapena riusciva a nasconderlo tutto e una manciata di centimetri dietro, l’autocarro Iveco di colore arancione che lo investì, all’epoca entrarono nelle case degli italiani dalle Tv che rimandarono la notizia del calciatore del Cosenza morto.
Suicida sotto un camion la versione che la ex fidanzata Isabella Internò da allora va raccontando, ucciso per la sua famiglia, per papà Domizio e per la sorella Donata che da quel momento hanno iniziato la lunga e dolorosa battaglia per la verità. Nonostante due indagini archiviate, l’omertà e i depistaggi che a lungo hanno ruotato attorno alla vicenda, Domizio e Donata all’inizio insieme e ora Donata da sola, perché il padre è morto nel 2020, non hanno mai smesso di cercare verità e giustizia. E ora potrebbe mancare davvero poco per agguantarle: oggi la Corte di Assise di Cosenza dovrebbe emettere il proprio verdetto al termine del processo per concorso in omicidio premeditato nei confronti di Isabella Internò, sicuramente l’ultima persona, non sappiamo se da sola, a vedere Denis vivo.