NICOLA BIANCHI
Cronaca

Ultima parola, le Cassazione e il caso Aldrovandi

Caso Aldrovandi, la Cassazione puntò il dito anche su ciò che accadde nell'immediatezza dei fatti in via Ippodromo

Caso Aldrovandi, la Cassazione puntò il dito anche su ciò che accadde nell'immediatezza dei fatti in via Ippodromo

La Suprema Corte sottolineerà come le condotte dei quattro agenti furono "specificamente incaute e drammaticamente lesive", sia per "la serie di colpi sferrati contro il giovane", sia per "le modalità di immobilizzazione del ragazzo, accompagnate dall’incongrua protratta pressione esercitata sul tronco di Aldrovandi".

Ma non solo. Gli ermellini puntarono il dito anche su ciò che accadde nell’immediatezza dei fatti di via Ippodromo. "Gli imputati – così l’atto – avevano distorto dati rilevanti, per il seguente sviluppo delle indagini, sin dalle prime ore successive all'uccisione del ragazzo. Avevano anche omesso di fornire un contributo di verità al processo, da reputarsi doveroso per dei pubblici ufficiali, a fronte delle manipolazioni delle risultanze investigative pure realizzate dai funzionari responsabili della Questura".

Parole durissime, così come quelle del procuratore generale Gabriele Mazzotta, nella sua requisitoria che portò la Cassazione a confermare la condanna. "In una sorta di delirio, – disse in udienza – agendo come schegge impazzite, anziché come responsabili rappresentanti delle forze dell’ordine, ritennero di trovarsi davanti a un mostro dalla forza smisurata che aveva solo tirato un calcio a vuoto, e lo hanno immobilizzato, percosso fino a farlo ricoprire di ematomi". Nessuna rilevanza, secondo Pg e Cassazione, ebbe la droga assunta da Federico quella notte. Perché a causare la sua morte fu "il trauma a torace chiuso" provocatogli con "percosse da schiacciamento quando era già ammanettato".

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