Una sbandata nella notte, in un tratto apparentemente non così impegnativo, e la corsa che finisce in un campo. Il buio, il silenzio e la speranza di un soccorso che si fa sempre più flebile. Poi, ecco il miracolo. Ha rischiato di morire ma è stato salvato, quasi per caso, da due dirigenti e un calciatore della società ‘Amici di Stefano Ambrogio calcio’ di passaggio in quel punto. Protagonista della vicenda un camionista rumeno di 34 anni che mercoledì, intorno a mezzanotte, è uscito di strada nella zona di via delle Venezie, tra Tresigallo e Jolanda di Savoia.
Il mezzo che, per cause ancora da accertare, sbanda, finisce nei campi e si ribalta, con la motrice che subisce il colpo più duro.
"Stavamo rientrando da una cena – racconta Alex Dalconi – quando abbiamo intravisto il tir nel campo. Inizialmente abbiamo pensato fosse un mezzo reduce da un incidente del pomeriggio, però per scrupolo ci siamo avvicinati. A quel punto, abbiamo sentito le grida d’aiuto del conducente e ci siamo precipitati ad aiutarlo".
Alex, insieme a Giovanni Grandi e Dario Bolognesi, ha immediatamente capito la gravità del fatto. Mentre lo stesso dirigente cercava di mettersi in contatto con i carabinieri e il 118, gli altri due uomini degli ‘Amici di Stefano’ hanno iniziato a parlare con l’autista: "Volevamo tenerlo lucido – prosegue Dalconi –. Ci ha detto che ha fatto tutto da solo, forse a causa di un dosso". Poi, finalmente, le sirene dei soccorsi. I pompieri, subito all’opera, hanno tagliato la cabina ed estratto il ferito: al momento delle prime cure, il 34enne era cosciente.
Una fortuna, quella macchina dei tre amici, perché se non fosse stato per loro, oggi forse si sarebbe raccontata un’altra storia.
"In effetti siamo stati gli unici ad accorgerci di quello che era successo – incalza il testimone – e anche dopo il nostro arrivo, per tutto il tempo in cui siamo rimasti lì, non è passato nessuno".
Dopo i primi accertamenti sul posto, gli operatori sanitari hanno quindi deciso di trasportare il ferito all’ospedale Maggiore di Bologna con l’elisoccorso. "Anche in quel frangente – ricorda ancora Dalconi – abbiamo aiutato i soccorritori a trasportare la barella, perché il terreno era fangoso e insidioso". Quindi, il volo verso le cure mediche.
Ora, la dinamica esatta del sinistro è al vaglio dei carabinieri. Le strisciate lasciate lungo il terrapieno potrebbero aiutare a far luce su un incidente che, solo per un colpo di fortuna, non si è trasformato in tragedia.
Matteo Langone