FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Sanità, confronto in Aula. Liste d’attesa e Cau: "Assunti 48 sanitari in più". Levato: "Accordi disattesi"

Ieri la Commissione consiliare presieduta dall’esponente di Forza Italia. I dati forniti dalla dg di Ausl e Cona, Calamai: "Azzerate le prese in carico". Romagnoni: "Pazienti soddisfatti". Pastore: "Non c’è integrazione con i medici".

La direttrice generale di Ausl e Cona, Monica Calamai ieri in Commissione Consiliare

La direttrice generale di Ausl e Cona, Monica Calamai ieri in Commissione Consiliare

E grazie al Cau! Era molto serio il consigliere del Pd, Enrico Segala quando benediceva il modello dei centri di emergenza e urgenza fortemente voluto dalla Regione. Però è uscita un po’ così. La Commissione di ieri è stata a metà tra l’informativo e il concitato. D’altra parte i temi sanitari – a maggior ragione in vista delle Regionali – dividono. Tempi d’attesa per le prestazioni specialistiche e, appunto, Cau. A intervenire tracciando il quadro organizzativo e (molto) operativo di Ausl e Cona è la direttrice generale Monica Calamai. Partiamo dalle notizie. Per snellire i tempi di attesa le aziende sanitarie hanno erogato – rispetto al 2023 – circa 4.500 ore di prestazioni in più in libera professione. Questo e altri provvedimenti – tra cui una razionalizzazione del Cup – ha portato a un sostanziale azzeramento delle prese in carico. Peraltro in un contesto nel quale emerge che a Ferrara, a fronte di mille cittadini, vengono erogate oltre 1.700 prestazioni su base annua. Arrivano i primi plausi dalla minoranza che, per bocca del capogruppo Pd Massimo Buriani, ammette la "grande capacità manageriale e organizzativa della direzione delle aziende sanitarie, che fornisce ottime prestazioni a fronte di un quadro economico in cui le risorse erogate al Sistema sanitario nazionale sono sempre più esigue". Insomma "riesce a celebrare le nozze con i fichi secchi". La similitudine culinaria è colta al balzo dal presidente della Commissione, Francesco Levato (Forza Italia), per sottolineare la "scarsa appetibilità delle strutture periferiche per i medici e, più in generale, per i professionisti sanitari". E qui, Calamai, pronuncia un discorso più da politico che da direttore generale. "Siamo di fronte a un grande deterioramento dell’appeal legato all’impiego pubblico in sanità e non solo – scandisce – . L’appetibilità della professione sanitaria è sempre più bassa, in particolare perché manca una prospettiva sanitaria programmatica". Lei, che invece i programmi e le priorità li ha bene in mente – tra le altre cose viene a più mandate richiamata la "grande utilità" di aver costituito una cabina di regia dedicata a snellire i tempi d’attesa – dice a chiare lettere che per migliorare le prestazioni verso i cittadini "entro il 2024 verranno perfezionate, tra Ausl e Cona, quarantotto assunzioni". Non propriamente numeri bassi.

Da numeri a numeri, è il direttore delle attività socio-sanitarie di Ausl, Franco Romagnoni a incaricarsi di descrivere la situazione dei Cau. La facciamo breve: la struttura di San Rocco è in assoluto la più gettonata. Gli accessi, dall’apertura nel 2022, sono stati oltre 25mila. Stando ai questionari della Regione sottoposti agli utenti, l’80% del campione si dichiara soddisfatto e l’83% consiglierebbe l’accesso al Cau ad altri pazienti. Tanto per citare due dati significativi (gli intervistati sono stati oltre mille e trecento).

Tutto bene? Anche no. Al termine della relazione di Romagnoni, entra nel vivo la Levatomachia per interposta persona. Le istanze sono quelle della Fimmg, portate da Michela Pastore. "Tra Cau e medici di medicina generale, non c’è sufficiente integrazione – dice la dottoressa – e non è una polemica, ma uno stato di fatto. Questo, però, è molto grave perché significa disattendere quanto previsto dagli accordi assunti a livello regionale tra sindacato e Regione". Non solo. Dai dati elencati dai vertici aziendali, emerge che siano state tante le prestazioni erogate, non urgenti. "Spesso – prosegue Pastore – i medici del Cau non solo non conoscono i clienti, ma sono specializzandi in altre discipline e non in medicina generale. Oltre a questo, il Cau nasce per l’urgenza, non per trattare le criticità". Ultimo, ma non ultimo atto del j’accuse, le prescrizioni. "Vengono spesso prescritte cure antibiotiche con grande leggerezza – chiude – il che non è propriamente un buon segnale". A chiudere la partita – si fa per dire, in particolare dal momento che Segala, con il favore di Anna Zonari chiede di convocare un secondo appuntamento sanitario in consiglio – ci pensa Levato. "Il candidato governatore de Pascale ha detto che il sistema Cau va rivisto. Corre per il centrosinistra".