Quando ha colpito l’amico alla gola voleva ucciderlo. Ne sono convinti procura e carabinieri che, poco dopo la violenta lite di sabato pomeriggio in via Cavedone, hanno rintracciato e arrestato il responsabile dell’accoltellamento. Secondo gli inquirenti, dunque, le caratteristiche della ferita riportata dalla vittima e la sua collocazione in un punto ben preciso del collo, parlano chiaro. Da qui la decisione di contestare all’aggressore – un 42enne marocchino residente a Vigarano – il reato di tentato omicidio. Un’accusa pesante, a seguito della quale lo straniero è stato accompagnato in carcere su indicazione del pubblico ministero di turno Barbara Cavallo. Nonostante il delicato punto raggiunto dalla lama, le condizioni della vittima non sono gravi. Le lesioni sono infatti superficiali e l’uomo – un operaio marocchino di 46 anni, regolare in Italia – è rimasto sempre cosciente nonostante abbia perso parecchio sangue. Non è mai stato in pericolo di vita e, dopo il ricovero all’ospedale di Cona, le sue condizioni sarebbero già in miglioramento. Qualche millimetro in più e ora staremmo probabilmente raccontando un’altra storia.
La cattura dell’uomo che ha impugnato il taglierino non mette fine all’attività di indagine dell’Arma. Restano infatti da chiarire gli ultimi dettagli dell’accaduto, tra cui il movente, anche se riguardo a quest’ultimo sembra esserci una pista che prevale sulle altre. All’origine del litigio ci sarebbe infatti una questione sentimentale legata a una donna. Al momento, però, l’ipotesi è ancora da approfondire. Ormai chiara, invece, la dinamica dell’alterco sfociato nel sangue, giunto al suo culmine alle 15.30 di sabato. Stando alle prime ricostruzioni e alle testimonianze di alcuni residenti subito accorsi in soccorso della vittima, i due si erano incontrati poco prima dei fatti in un bar della zona. Dopo qualche chiacchiera, il 46enne avrebbe invitato l’amico a casa sua per mangiare un boccone. I due hanno quindi raggiunto l’appartamento al piano terra della palazzina al civico 20 di via Cavedone, dove vive l’operaio. Mentre quest’ultimo cucinava, i toni della discussione avrebbero iniziato ad alzarsi. All’improvviso, l’esplosione di violenza. Il 42enne avrebbe raggiunto l’amico alle spalle colpendolo alla gola con il cutter. Colto di sorpresa, l’operaio ha cercato di divincolarsi e di uscire in strada per cercare aiuto. L’ultimo atto dello scontro si è consumato sul portone di casa, con il 46enne che spingeva per chiudere dentro l’aggressore e quest’ultimo che tirava la maniglia per uscire. Pochi istanti tesissimi, e la vittima ha mollato la presa, correndo lungo via Cavedone in direzione di via Carmelino. Scalzo e con la maglia intrisa di sangue ha gridato aiuto, implorando alcuni passanti di chiamare l’ambulanza.
Negli stessi istanti, l’aggressore è uscito dalla palazzina ed è scappato in direzione Carlo Mayr. Una residente del palazzo, attirata dalle urla del 46enne, è scesa in strada e ha chiamato 118 e carabinieri. I sanitari hanno medicato il ferito, poi trasportato al Sant’Anna, mentre i carabinieri si sono messi sulle tracce dell’assalitore, la cui fuga è stata interrotta poco dopo gli istanti più cruenti di quel pomeriggio di sangue.