CLAUDIO CASTAGNOLI
Cronaca

Rubano il motore di una barca, paga il circolo nautico

Dopo il furto di un fuoribordo su un’imbarcazione ormeggiata presso la Darsena di Codigoro il proprietario aveva fatto richiesta di...

Dopo il furto di un fuoribordo su un’imbarcazione ormeggiata presso la Darsena di Codigoro il proprietario aveva fatto richiesta di...

Dopo il furto di un fuoribordo su un’imbarcazione ormeggiata presso la Darsena di Codigoro il proprietario aveva fatto richiesta di...

Dopo il furto di un fuoribordo su un’imbarcazione ormeggiata presso la Darsena di Codigoro il proprietario aveva fatto richiesta di danni al Circolo Nautico Codigorese che gestisce la struttura ed il giudice di pace gli ha dato ragione. Per il sodalizio nautico codigorese la condanna al risarcimento del danno è costato oltre 5.000 euro, dei quali 3.500 per il fuoribordo sottratto, 1.500 per le spese legali del denunciante oltre le spese processuali. In realtà furono diversi i fuoribordo rubati nella stessa nottata, i malviventi forzarono la rete e coprendo con secchi isolarono i sensori che facevano scattare l’allarme. Il Circolo Nautico "sta valutando un ricorso in appello poiché il nostro sodalizio che conta 365 soci, creato da volontari che hanno la passione del mare - spiega il presidente Stefano Totti - è stato assimilato a un’attività commerciale a causa di un vizio formale nella ricevuta emessa, probabilmente relativa a una transazione economica o un acquisto. Solo un socio è ricorso al giudice di pace - prosegue - nonostante il circolo sia una realtà sociale e non un’entità privata a scopo di lucro". Sottolinea come questo tipo di decisione possa sorgere quando, per esempio, non si fa una distinzione chiara tra attività commerciali e attività no-profit, nonostante le attività sociali vengano esercitate in modo diverso rispetto a quelle a scopo di lucro. "Spiace e preoccupa come il giudice di pace non abbia voluto ascoltare la nostra difesa - prosegue Totti - soprattutto considerando che l’intento del Circolo è quello di gestire attività esclusivamente sociali piuttosto che svolgere un’attività commerciale vera e propria. In generale, il diritto di difesa, come la possibilità di spiegare attività e struttura del circolo, è fondamentale in qualsiasi procedimento legale". Il presidente precisa come il caso potrebbe essere anche legato a un’interpretazione della natura giuridica del circolo, ritenuto responsabile in modo errato come un’entità privata. "Valuteremo un ricorso in appello ma auspicheremmo una revisione legale della decisione - conclude Totti - che distingua chiaramente tra le attività sociali e quelle commerciali".

Claudio Castagnoli