Ferrara, 8 settembre 2024 – A illuminare l’alba di ieri a pochi passi dall’argine del Po sono state le fiamme che provenivano dal piazzale dell’ex Zuccherificio. A bruciare erano alcuni dei numerosi furgoni fermi nel vasto spiazzo a ridosso del grande fiume. Sulle cause dell’incendio aleggia ancora un velo di mistero. Sono in corso gli accertamenti del caso e tutte le piste sono aperte, compresa quella del dolo. Tra le ipotesi sul tavolo della squadra mobile ci sarebbe anche quella di un furto di componenti auto finito male, magari per disattenzione degli ipotetici malviventi oppure per volontà di appiccare il fuoco dopo il raid. Al momento però navighiamo ancora nel campo delle ipotesi, in attesa dell’esito delle indagini condotte dalla polizia di Stato e dai vigili del fuoco.
Il rogo. L’allarme è scattato poco dopo le 4 di ieri mattina. A chiamare i soccorsi è stato il custode dell’area (il piazzale è infatti proprietà privata e funge da deposito mezzi) che si è accorto di quanto stava accadendo. Le fiamme erano alte e visibili anche da alcuni abitanti della zona, buttati giù dal letto dalle sirene e dal via vai dei mezzi di soccorso. Subito dopo la chiamata, sul posto sono arrivate le squadre dei vigili del fuoco insieme agli agenti delle volanti e della squadra mobile. Per prima cosa i pompieri si sono occupati di domare le fiamme. Spento il fuoco, è partita la conta dei danni. Nel complesso una decina di furgoni sono stati danneggiati. Cinque sono bruciati mentre gli altri hanno ‘segni’ di altro tipo, forse compatibili con tentativi di effrazione. Una volta rimessa in sicurezza l’area ed evitato che le fiamme si propagassero fino a raggiungere anche altri veicoli parcheggiati nel piazzale, sono partite le indagini. Con la luce del giorno, all’ex zuccherificio sono arrivati gli agenti della Scientifica della polizia di Stato, avviando tutti i rilievi necessari a ricostruire quanto accaduto. Parallelamente, gli investigatori stanno verificando se nella zona ci siano telecamere – pubbliche o private – che possano avere ripreso movimenti sospetti o altri elementi utili a capire cosa sia accaduto ieri notte.
Le indagini. Al momento rimangono ancora molti i punti da chiarire. Gli accertamenti procedono a 360 gradi senza escludere nulla, anche se da quanto emerso la pista dolosa pare essere la più probabile. Molto difficile, infatti, che dei furgoni prendano fuoco autonomamente o per cause accidentali in quel contesto e nel cuore della notte. Più plausibile – anche se ancora da dimostrare – che il rogo dei veicoli sia la conseguenza dell’azione di qualcuno. Magari un atto di vandalismo gratuito (come altri se ne sono visti di recente a Pontelagoscuro). Oppure – c’è anche questa tra le ipotesi al vaglio – le conseguenze di un tentativo di furto. Il raid potrebbe essere degenerato nell’incendio a causa di una scintilla scoccata dal tentativo maldestro di asportare componenti elettroniche dai furgoni, oppure gli stessi malviventi potrebbero aver deliberatamente deciso di bruciare i mezzi dopo il colpo, magari per cancellare le tracce e rendere più difficile risalire a loro. Come anticipato, siamo sempre nel campo delle ipotesi investigative e per avere certezza su quanto accaduto bisognerà attendere le conclusioni delle indagini da parte della Scientifica. Di certo rimangono solo le carcasse annerite dei furgoni, segno indelebile di un episodio inquietante, ancora avvolto dall’alone del giallo.