FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Ferrara: scoppia la rissa in Gad, volano le bottiglie. “Colpite auto e porte”

Pomeriggio di tensione, l’altro ieri, tra corso Piave e via Nazario Sauro. Coinvolte quindici persone. I residenti: “Qui è il mercato della droga” L’assessore Lodi: “Attenzione massima, controlli quotidiani con gli agenti”

Pomeriggio di tensione tra corso Piave e via Nazario Sauro

Una delle bottiglie rimaste a terra

Ferrara, 25 luglio 2024 – Dalla quiete di un sonnolento pomeriggio di mezza estate alle scene da ring a cielo aperto.

Il passaggio da un’immagine all’altra avviene in un battito di ciglia nel lenzuolo di erba e asfalto che sta tra le mura di viale IV Novembre e l’angolo tra via Nazario Sauro e corso Piave. Chi ha la casa che si affaccia su quell’angolo di Gad giura che ultimamente liti e risse sono più frequenti di quanto non sembri. “Bevono, urlano e poi si picchiano... questioni di droga” analizza un residente che ha assistito all’ultimo episodio, accaduto intorno alle 19.30 di mercoledì.

Teatro del parapiglia è l’angolo tra Piave e Nazario Sauro. Protagonisti, dieci/quindici stranieri. Secondo i racconti di alcuni abitanti che hanno assistito, il gruppo di litiganti arriva dalle mura di IV Novembre. Man mano che procedono lungo la strada le voci si alzano fino a quando, all’improvviso, non scoppia la violenza. Spinte, strattoni e poi le bottiglie, prese dal cestino dei rifiuti vicino alla fermata dell’autobus e scagliate contro i rivali. Alcune finiscono contro i portoni dei condomini, altre sulle auto in sosta. “Ho sentito un botto – racconta una donna che vive proprio di fronte al luogo della lite, ma che chiede di mantenere l’anonimato –. Pensavo avessero abbattuto la pensilina dell’autobus”.

E invece erano i suoni dell’alterco. Parte la chiamata alle forze dell’ordine. Sul posto arrivano le pattuglie di polizia e carabinieri, ma ormai è tutto finito e senza gravi conseguenze.

Tuttavia, parlando con chi abita in Gad ci si rende conto che quello dell’altro ieri non è un caso isolato. “Ultimamente succede spesso – racconta una residente all’uscita di un negozio –. Alcuni giorni fa due uomini si sono presi a pugni proprio qui, di fronte al parchetto Toti. Per un periodo la situazione era migliorata. C’era una giostrina alla quale venivano molti bambini con le famiglie. Poi l’hanno tolta e ora viene meno gente. E tornano loro...”.

‘Loro’ sono gli spacciatori, che di solito si schierano lungo le mura di IV Novembre. Anche se, come raccontano in molti, la vera area nella quale avviene lo spaccio è quel corridoio verde che si trova tra le mura e la recinzione del parco Toti. “Gli scambi avvengono lì – racconta un frequentatore del giardinetto, anche lui dietro lo scudo dell’anonimato perché ‘qui ci vengo tutti i giorni’ –. Sono protetti dalle mura e dalle piante del parco. Non si vedono, si spostano sui monopattini. E se arrivano le forze dell’ordine, buttano gli stupefacenti tra i cespugli. Insomma, fanno quello che vogliono. È il mercato della droga”.

E poi ci sono le liti. Spesso nel tardo pomeriggio o prima serata. Quando l’alcol inizia a scorrere e gli animi si scaldano. E qualche volta la situazione sfugge di mano. Un copione a cui si era abituati negli anni in cui i clan della mafia nigeriana regolavano i loro conti a colpi di bottiglie rotte e machete.

Sebbene la situazione non sia ai livelli di turbolenza di quei giorni, basta farsi un giro nel quartiere per capire che lo spaccio, seppure meno visibile e ’invasivo’, è tuttora presente. Così come i tentativi di controllo del territorio. Sono infatti sufficienti un paio di scatti ’panoramici’ lungo le mura che subito un gruppo di ragazzi inizia ad agitarsi. Raggiungono rapidamente i cronisti, alzano la voce. Le macchine fotografiche non sono gradite e i toni sono tutt’altro che educati. La situazione si stempera e nella mente riecheggiano le parole con le quali ci ha lasciato un’abitante del quartiere le cui finestre si affacciano su corso Piave. “Ne abbiamo fin sopra i capelli: ma non vogliamo rassegnarci a questa situazione”.

L’assessore alla sicurezza Nicola Lodi ribadisce come l’attenzione su quella zona sia alta. “Nei mesi estivi la tensione sale – ammette –. Anche per questo, da una ventina di giorni è attivo un servizio di controllo quotidiano con esercito e polizia locale. La situazione è sotto controllo e mi sento di definire quello dell’altra sera un fatto estemporaneo. I balordi si innervosiscono quando gli stiamo col fiato sul collo”.