Ferrara, 12 febbraio 2020 - Ci sarebbe stato un accordo tra società committente ed affidatario dell’appalto per ‘gonfiare’ l’importo dei lavori, così da spartirsi i ricavi. Parliamo di una presunta truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche post sisma per quasi sei milioni di euro. A finire nell’indagine del nucleo polizia economica finanziaria di Bologna l’imprenditore Giuseppe Tassi, della TassiGoup di Cento, insieme ad Eugenio Gagliardelli, della Aet Srl. Nel mirino delle fiamme gialle otto opere di ristrutturazione di altrettanti immobili situati a Camposanto e danneggiati dal sisma, di proprietà della stessa società affidante e concessi in locazione alla Opera Group.
Tassi, nel recente passato è finito al centro di un’altra inchiesta: quella legata ai lavori allo stadio Mazza di Ferrara con accuse che vanno dal falso ideologico alla frode in pubbliche forniture. Nei giorni scorsi la finanza di Bologna, su delega della procura di Modena ha effettuato perquisizioni nei vari locali in uso agli indagati, ovvero abitazioni e uffici al fine di sequestrare materiale informatico e cartaceo utile alle indagini. Come detto, secondo la tesi accusatoria Gagliardelli avrebbe ottenuto fondi statali per la ricostruzione pari a 5 milioni e 900mila euro. ‘Cambiali’ ottenute per ricostruire otto capannoni situati a Camposanto e appunto di proprietà della stessa società affidante, ovvero la Aet di Gagliardelli. Ma alcune di quelle fatture sono finite sotto la lente della finanza che ha avviato le indagini, con l’ipotesi di un accorto tra il gruppo edile e l’imprenditore al fine di gonfiare appunto l’importo previsto per effettuare i lavori. Il prof. Giulio Garuti, legale difensore di Tassi afferma come l’imprenditore si dichiari totalmente estraneo alle accuse.
«Tutti i passaggi che ci sono stati devono ancora essere ricostruiti – afferma Garuti – Mi riferisco ovviamente ai flussi di denaro usciti dalla Regione per la ricostruzione post sisma e che mai sono confluiti nei conti del mio assistito. Tassi ha eseguito correttamente tutti i lavori che gli sono stati commissionati dalla commitenza che, a sua volta, ha percepito i fondi dalla Regione: il mio cliente è un mero esecutore dei lavori ed ha percepito i guadagni relativi alle opere svolte". Daniele Biancardi, ex sindaco di Bondeno e membro del comitato verifica ricostruzione spiega come siano state numerose le segnalazioni effettuate in merito a situazioni che non avrebbero dovuto essere finanziate: "Parliamo di ruderi, fienili inutilizzati e abbandonati da decenni e per i quali non esistevano progetti, che sono stati finanziati perchè non vi sono stati controlli. Centinaia di casi: noi del abbiamo fatto una stima di cento milioni solo nell’alto ferrarese. Per tutta l’area del cratere parliamo di almeno un miliardo di euro concessi senza che vi fossero gli estremi".