E’ Natale, ci siamo quasi. Prima le buone notizie. A gennaio aprirà la chiesa di Denore, entro la fine dell’anno quella di Porotto. A primavera – la stagione della rinascita – la chiesa di Vigarano Mainarda accoglierà di nuovo i fedeli, rinnovato abbraccio del paese ad un simbolo. Era maggio, anno 2012, annus horribilis. Le scosse lasciarono piaghe sugli immobili, ferite le anime. La facciata si staccò, franò sulla piazza. "Ci siamo riusciti", dice monsignor Stefano Zanella, direttore dell’ufficio tecnico della diocesi Ferrara-Comacchio. Sono le 11, nella sede della Curia in via Cairoli, l’arcivescovo Gian Carlo Perego fa un bilancio dell’anno che sta per chiudersi, lancia il suo messaggio natalizio alla comunità. Con lui, attorno al tavolo, monsignor Francesco Viali (ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro), Claudio Palmer e Raffaella Zucchini (ufficio economato dell’arcidiocesi), monsignor Massimo Manservigi, vicario generale della diocesi, Paolo Falaguasta, direttore della Caritas.
"Il terremoto aveva dato il colpo di grazia alla chiesa di Porotto, siamo riusciti a farla riaprire", dice ancora don Stefano. Una pausa, le cattive notizie. Se su un totale di 75 chiese danneggiate 36 sono già state realizzate (16 gli edifici con i lavori, 12 quelli in fase di progettazione), mancano i fondi per riuscire ad intervenire su 11 edifici. Si tratta di luoghi di culto inseriti nel piano per la ricostruzione, ma in questo momento non ci sono soldi. Parliamo di una cifra che oscilla intorno ai sette milioni di euro, cifra in realtà destinata a raddoppiare per i costi ’maggiorati’ dell’edilizia.
In questo amaro elenco ci sono la chiesa e il campanile dei Santi Cosma e Damiano a Focomorto, in via Crispa; la chiesa di San Girolamo a Ferrara; San Giovanni Battista a Traghetto; San Biagio a Fossanova; la chiesa di Santa Agnese, Vergine e Martire in via del Carbone. Tante. Dice ancora don Zanella: "La ricostruzione post-sisma è stata certamente un’operazione virtuosa, che ha portato grandi risultati. Ma non vi dico le difficoltà burocratiche che abbiamo dovuto affrontare in alcuni casi per accedere ai fondi pubblici". Di nuovo un lieto annuncio, i lavori messi in campo per riportare all’antico splendore un monumento simbolo della città. Il campanile, ci vorrà circa un anno e mezzo per vedere la fine del cantiere. "Ci troviamo al cospetto di capolavori", così qualche giorno fa l’architetto Massimo Cavallin, dirigente comunale del servizio Pnrr del Comune, responsabile unico di progetto (Rup) per il restauro del campanile (il Comune è la stazione appaltante). Per l’opera nel piatto ci sono due milioni provenienti dal ministero della Cultura attraverso il segretariato regionale. "L’interno del campanile non sarà comunque accessibile", precisa don Zanella.
Un altro capitolo, l’otto per mille. Sotto esame l’anno 2023 sulla base delle dichiarazioni 2020 (redditi 2019). A prendere la parola Claudio Palmer e Raffaella Zucchini (ufficio economato). "Nell’arcidiocesi hanno partecipato alla scelta dell’8 per mille 85.405 contribuenti per una percentuale del 56,3%, dato inferiore rispetto al livello nazionale che è stato del 71,7%, ma in linea con il dato regionale. L’ammontare versato è stato di 3.715.306 euro".
Di questi 458.259 sono stati assegnati alle parrocchie per posizioni debitorie (Arginone, Beato Tavelli, Santuario del Crocifisso, Prevostura, Casa Alpina Sacro Cuore, Arcivescovado). La cifra di 165.048 per attività pastorali, tra queste le assegnazioni alla pastorale giovanile, alla scuola di teologia Laura Vincenzi, al consultorio familiare. Aiuti a persone bisognose 45mila; in favore delle vittime della pratica usuraria 1.933; per opere missionarie caritative 25mila; per famiglie disagiate 290mila; a immigrati, rifugiati e richiedenti asilo 180mila; vittime di dipendenze patologiche 15mila. "Un regalo di Natale? Il via libera della Soprintendenza ai lavori nella sede della curia in Corso Martiri", risponde l’arcivescovo.