REDAZIONE FERRARA

Riconoscimento internazionale al restauro del ’Provenzali’

I lavori di restauro a Palazzo Provenzali hanno riportato alla luce affreschi di Guercino del 1614 e un soffitto decorato, guadagnando importanti premi internazionali.

Riconoscimento internazionale al restauro del ’Provenzali’

I lavori di Palazzo Provenzali, che hanno riportato alla luce un magnifico ciclo di affreschi di Guercino del 1614 e uno straordinario soffitto ligneo decorato con pianeti, segni zodiacali e costellazioni, hanno incantato anche la giuria di due importanti premi. Si tratta del Premio Speciale Fassa Bortolo, il bando internazionale Domus per interventi di restauro, a cui fanno riferimento gli ordini professionali di ingegneri e architetti. Un’opera seguita dall’architetto Alberto Ferraresi, in questo storico palazzo di proprietà privata che però, in diverse occasioni è aperto al pubblico per ammirare soprattutto la magnificenza di Guercino. Insieme a una decina di progetti premiati nella IX edizione di Domus, dunque, arrivati da Turchia, Giappone, Spagna, Libano, India, Cina, il centese Palazzo Provenzali si è così distinto da aggiudicarsi il premio speciale, spiegando proprio che "a causa del sisma del 2012, l’immobile è stato oggetto di un meticoloso intervento di consolidamento e restauro finalizzato al ripristino dell’agibilità dello spazio architettonico. Al piano nobile e al secondo eseguiti interventi che hanno eliminato delle aggiunte incongrue", ma anche la caratteristica "di conservare la leggibilità del manufatto originario e di alcuni interventi proposti come facilmente reversibili".

Bellissimo riconoscimento che arriva dopo aver ricevuto anche il premio Premio Listone Giordano, nell’ambito di Inarch 2023. "La scelta è stata motivata dal rispetto e ammirazione per il lungo e delicato percorso progettuale critico-conservativo – si legge nella motivazione –, che ha dato vita anche alla trasformazione in senso restaurativo degli spazi monumentali dove si respira arte. Il moderno pavimento in legno si accosta armonicamente alle preesistenze lignee quali i cassettoni decorati, gli sportelli oscuranti delle finestre, le porte dipinte e il solaio policromo".

E’ stato infatti nell’estate 2020, con i lavori post sisma, che il bellissimo ciclo di affreschi è stato riportato alla luce, togliendo il controsoffitto che li nascondeva da metà 1800, riscoperti da Mahon nel 1936 e sui quali subito si era concentrata l’attenzione del Centro Studi Internazionale Il Guercino. L’allora presidente Salvatore Amelio, aveva infatti deciso di finanziare un’indagine per studiare la tecnica dell’affresco di Guercino, spiegando fosse "un aspetto del quale abbiamo davvero pochissime conoscenze e che ci è stato possibile fare grazie a Cesare Benazzi, proprietario dell’immobile che ha anche avuto la sensibilità di recuperare e restaurare questo gioiello e dall’architetto Alberto Ferraresi". Indagini diagnostiche che hanno visto uniti il dipartimento dei beni culturali dell’università di Bologna guidato da Barbara Ghelfi e Chiara Matteucci, e la Lumiere Technology di Parigi. "Si raccontano le gesta di Provenco facendoci vedere un Guercino che seppure giovanissimo, era già in grado di competere coi grandi del tempo – aveva spiegato la Ghelfi –, indagini per vedere come progettava, i materiali e il modo di dipingere, l’uso dell’incisione come traccia da seguire per il disegno e della pennellata a secco sull’affresco per rendere meglio l’effetto".

l. g.