MARIO BOVENZI
Cronaca

Riapre la chiesa di Denore: "Messe, battesimi e funerali. Dopo 12 anni capannone addio"

Il 19 gennaio, alle 17, don Giovanni Pisa celebrerà la prima messa nell’edificio ristrutturato. Il progetto prevede anche l’installazione di pannelli per creare una comunità energetica ecclesiale.

Il 19 gennaio, alle 17, don Giovanni Pisa celebrerà la prima messa nell’edificio ristrutturato. Il progetto prevede anche l’installazione di pannelli per creare una comunità energetica ecclesiale.

Il 19 gennaio, alle 17, don Giovanni Pisa celebrerà la prima messa nell’edificio ristrutturato. Il progetto prevede anche l’installazione di pannelli per creare una comunità energetica ecclesiale.

Non ci crede ancora Michele Negri, agricoltore, volontario non appena ha un po’ di tempo libero. Tira una martellata e scuote la testa, perché dopo 12 anni non sembra vero. Un altro colpo di martello al telaio di una porta ad arco, la gioia dipinta sul viso in una fredda mattina di gennaio mentre lucida una statua di Gesù Cristo. Non appena i lavori saranno finiti nella chiesa, puliranno navate e banchi e sposteranno tutto quello che è stato in quel capannone bianco per un tempo che è sembrato una vita. Nuovi nati – pochi – e morti, tanti perché sotto quel capannone hanno attraversato anche il Covid, telo di plastica nella burrasca dell’emergenza. Il pianto di un bambino che viene al mondo, quello straziante di chi ha perso qualcuno e con lui tutto.

Dopo 12 anni – era maggio del 2012 – finalmente lasceranno quel tendone dove don Giovanni Pisa ha celebrato messe, battesimi e funerali. Una stufa al massimo d’inverno, tutto aperto d’estate per non fondersi la testa come in una serra. Una data allora, una data adesso. Doveva essere il 22 dicembre alle 17, ma ci sono stati problemi tecnici. E allora sarà il 19 gennaio, sempre alle 17, domenica. Suoneranno le campane a festa nella chiesa che il sisma aveva chiuso nell’ondeggiare delle scosse. Don Giovanni aprirà le porte, accoglierà di nuovo i fedeli, l’abito buono di un nuovo inizio. Che come Michele Negri ancora non ci credono, in un abbraccio ad un amico ritrovato. Chiesa di San Giovanni Battista, Denore, si torna a pregare tra le navate. Dopo 12 anni. I tempi lunghi della ricostruzione. "E’ bellissima", dice Michele Negri. Con lui c’è un altro volontario, venuto a dare una mano. Si chiama Giuliano Penazzi. Guardano gli operai lassù sul ponteggio, ultimi ritocchi ad un capolavoro. "E’ bellissima", ripetono, davanti a loro un gioiello che sembra brillare, dedicato alla Madonna delle Grazie. "Per noi è una ricorrenza simbolica, la Madonna delle Grazie è importante per la nostra gente. Ci stiamo preparando a quello che sarà un evento per tutta la comunità, per la provincia di Ferrara che si riappropria della sua chiesa".

Un simbolo ferito. "La facciata era come rientrata nell’edificio per le scosse, la terra al centro era sprofondata. Un restauro difficile", sottolinea Negri. Un restauro sostenibile, resiliente. Così l’architetto Cristiano Ferrari lo definisce in uno studio che racconta quello che è stato fatto, che verrà fatto. Si intitola la chiesa ritrovata. Significativo un passaggio. "Quando si perde la memoria di eventi distruttivi del passato, si perde anche la percezione del rischio a cui si è esposti. Tra il 1570 e il 1572 la città di Ferrara fu sconvolta da violente scosse di terremoto". Il terremoto aveva portato desolazione, una città deserta. "La stessa ferita, con distruzione, desolazione e sentimenti di amarezza, ha sconvolto la popolazione emiliana che, dal maggio 2012, porta i segni di un evento sismico che ha colpito al cuore l’identità culturale di un territorio". Il lavoro non solo assicura un miglioramento sismico degli edifici di culto, ma procede verso un restauro nel segno del protocollo di sostenibilità ambientale Gbc - Historic Building in una visione resiliente. Per adeguare liturgicamente o risacralizzare l’intera chiesa.

Un capolavoro, la rinascita. "Questa è la nostra chiesa, la nostra casa", dicono i volontari, sono circa una decina. Che vogliono il 19 sia festa grande. "Speriamo di essere in tanti", l’invito di Negri, il sorriso, lo sguardo alla campagna bianca di brina. Nel progetto figura anche l’installazione di pannelli fotovoltaici sull’edificio del ministero pastorale, di pergole fotovoltaiche nel campo adiacente. Per creare una comunità energetica ecclesiale, altro traguardo. "Beh, intanto pensiamo al 19 gennaio, le porte che si aprono", conta i giorni che lo sperano dall’addio al capannone. Ne sono passati tanti, c’è voluta un bel po’ di fede, l’attesa è finita. Era maggio, 2012.