REDAZIONE FERRARA

Reddito di cittadinanza I 5 Stelle a Malaguti "È un welfare reale, non è per chi poltrisce"

Il parlamentare di Fd’I aveva definito il sussidio un "oppiaceo sociale". Mantovani e Guidetti: "Scelta dettata dall’odio nei nostri confronti".

Reddito di cittadinanza I 5 Stelle a Malaguti "È un welfare reale, non è per chi poltrisce"

Dopo l’intemerata del parlamentare di Fd’I Mauro Malaguti sul reddito di cittadinanza, non poteva mancare la controreplica dello stato maggiore pentastellato estense, che difende il sussidio contiano a spada tratta. Secondo il coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle Paride Guidetti e il capogruppo grillino in Consiglio comunale Tommaso Mantovani, il reddito di cittadinanza rappresenta infatti un esempio di "politica economica e sociale di tipo keynesiano, che il Movimento 5 Stelle sta portando avanti da anni, ossia una visione che nei momenti di crisi e di stagnazione consiglia ai governi di aiutare i cittadini con investimenti e assunzioni in misura maggiore di quanto richiederebbe il mercato in quel momento". In questo modo, sostengono i pentastellati, "stiamo provando a contrapporre senza paura un vero welfare state al neoliberismo che domina trasversalmente i partiti europei e italiani di sistema, secondo la legge del profitto a tutti i costi e del libero mercato". Dal canto suo, Malaguti, aveva definito il sussidio – oggetto di una profonda revisione da parte del governo Meloni – un "oppiaceo sociale".

In questo senso è Mantovani a rispondere "a tono". "Con la semplice attività di consigliere comunale – scandisce – ho avuto modo di conoscere alcune persone che percepiscono il reddito di cittadinanza anche a Ferrara e mi sento di ribadire, senza alcuna retorica, che non sono in grado di poltrire "sul divano", perché essendo inabili al lavoro per diversi motivi, non hanno nemmeno una fissa dimora: con 460 euro al mese di media erogati a Ferrara, non è possibile pagarsi un affitto che a libero mercato richiede almeno 390 euro per un monolocale, spese escluse. Ed essendo prevalentemente non coniugati e senza figli, non hanno neppure la speranza di risalire le graduatorie per gli alloggi popolari". Troviamo, concludono Mantovani e Guidetti, che "lo smantellamento del Reddito di Cittadinanza iniziato appena insediato il nuovo governo e già in atto per 169mila famiglie, senza approntare adeguate politiche attive del lavoro né di assistenza sociale, dal momento che mancano almeno 15mila dei 30mila assistenti sociali necessari a enti locali e centri per l’impiego, dipenda esclusivamente dall’odio e dal livore nei confronti del Movimento 5 Stelle".

Da ultimo l’invito a Malaguti a "a pranzo, alla Caritas o alla mensa di Viale K, dove gli avventori dimezzano nei giorni di erogazione del reddito di cittadinanza, per aumentare progressivamente nelle settimane successive".

Federico Di Bisceglie